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In Memoriam | Recensione #ReviewParty 🩸

Puoi acquistare il libro qui!

INFORMAZIONI:
Titolo: In Memoriam
Autore: Alice Winn
Genere: storico, romance, lgbtq+
Target: adulti
Casa Editrice: Garzanti
Traduzione: Federica Merati e Roberta Scarabelli
Data di Pubblicazione: 5 settembre 2023
Pagine: 432
Prezzo: 18.00 euro
Trigger Warning: Prima Guerra Mondiale, morte, violenza, gore, omofobia, suicidio

TRAMA:
Alla fine di tutto, per tutti, l’inverno diventa primavera.
Quando ha ascoltato per la prima volta i versi di In Memoriam di Tennyson, Gaunt era all’ultimo anno di scuola. Ricorda perfettamente la voce baritonale del suo migliore amico Sidney mentre li recitava nel cortile del collegio, in un pomeriggio plumbeo. È stata una bella giornata, quella, pensa, sdraiato su una brandina cigolante, con la testa bendata e la mascella rigida. Rigida come la bocca spalancata del soldato che ha calpestato fuggendo per trovare riparo in trincea. Non riesce a toglierselo dalla testa e le uniche cose che lo tengono ancorato alla realtà sono Tennyson e le lettere che Sidney gli ha inviato dall’Inghilterra, dandogli notizie sui compagni, sulle lezioni, sugli studi. Gaunt darebbe l’anima per tornare a quei giorni, a discutere di metrica e poesia greca, invece di indossare la divisa. In collegio l’eco delle bombe e dei proiettili era pioggia, qui è tuono insondabile. Eppure ci sono quei versi. Eppure ci sono due braccia che lo stringono forte e un corpo caldo con cui condividere il misero spazio della brandina. Il respiro di Sidney, accanto a Gaunt, lo rassicura e, lentamente, lo rende consapevole del cuore che batte. D’altronde, la letteratura lo insegna: la tragedia della guerra non può annientare l’amore.
L’esordio di Alice Winn è arrivato al primo posto delle classifiche inglesi e americane. Le testate internazionali hanno espresso grande entusiasmo per questo romanzo, che nasce dalla passione dell’autrice per i poeti inglesi della prima guerra mondiale. Tutti concordano: Alice Winn ha scritto un capolavoro. Una storia che racconta ombre e luci dell’inizio del Novecento, attraverso gli occhi di due giovani uomini che trovano l’uno nell’altro la forza di superare l’insensatezza del conflitto e consolazione nell’immortale lezione dei classici, appresa tra i banchi di scuola.

⚠️ L’edizione italiana di questo libro mi è stata gentilmente fornita dalla casa editrice, che ringrazio, per la mia tappa del Review Party organizzato da Valeria a cui sono immensamente grata per avermi permesso di partecipare. Pertanto ci tenevo a precisare che qui troverete esclusivamente le mie sincere opinioni e idee e che questo progetto a cui partecipo non ha in alcun modo influenzato quello che ho scritto.

 Questo articolo è SPOILER FREE!!

Il mio voto: 4.5 stelle su 5 ⭐⭐⭐⭐✨

E’ sempre difficile parlare di libri che raccontano la guerra, a prescindere da che cosa l’autor* sceglie di scriverci attorno. Eppure in un certo senso trovo giusto che in un libro sulla guerra si parli d’ amore, per esorcizzarla in qualche modo. 
E’ un romanzo difficile, tremendamente difficile da leggere, eppure impossibile da mettere giù per andare avanti con la propria vita tranquilla senza rimanere scioccat* di fronte a quella che è stata a tutti gli effetti una realtà presente nel nostro passato. Fa riflettere, fa piangere, fa rimanere angosciat* e speranzos* per la sorte dei personaggi.
Tutti giovanissimi, tutti bisognosi di riscatto, gloria, pronti a dare la vita per una patria e una guerra che non fa sconti a nessuno, a prescindere dallo schieramento.

Alice Winn non si preoccupa di nascondere gli orrori delle trincee e delle battaglie dietro frasi poetiche e ampollose e più di una volta ho dovuto fare una pausa e prendere un respiro prima di continuare la lettura. La parte riguardante la guerra è veramente difficile da mandare giù, eppure allo stesso tempo con il suo crudo realismo si rivela essere una delle più interessanti del libro. Sono rimasta affascinata dall’accuratezza con cui è riuscita a portare sulla pagina alcune vicissitudini e vi consiglio di leggere la nota dell’autrice alla fine del libro (non fatelo prima di aver concluso il romanzo come ahimè ho fatto io, perché ci sono degli spoiler) se siete interessatə alle fonti che ha utilizzato.

Tra poesie, fatti realmente accaduti e ispirazioni ad altre opere, l’autrice è stata capace di dare vita ai ricordi perduti dei morti in battaglia e di chi è sopravvissuto a fatica ed è toccante leggere il rispetto e la delicatezza con cui descrive questo pezzo della nostra storia.

Mai pretenzioso e sempre scorrevole, lo stile è perfetto per trasmettere l’angoscia di alcune scene e la tenera disperazione amorosa di altre.

Diverso è invece il modo in cui si è approcciata alla tematica dell’omosessualità in quest’apoca difficile. In questo caso ho trovato forse una piccola pecca, dal momento che quasi sempre i protagonisti incontrano altri personaggi che non hanno problemi con il loro orientamento sessuale e anzi lo condividono. Appurato che una scelta di questo tipo potrebbe risultare irrealistica al di fuori del collegio maschile in cui tutto ha inizio, non mi sento di condannarla come negativa a prescindere.

Per carità, l’ansia di essere scoperti e la percezione che per la società l’omosessualità fosse un reato è presente, ma non è particolarmente centrale. In una narrazione composta principalmente da lutto e sofferenza, scene violente e scioccanti come solo la guerra può esserlo, forse si può comprendere il desiderio di dare speranza ai protagonisti e aə lettorə, un angolo di pace in cui poter provare a ricercare uno spiraglio di felicità. In un romanzo del genere, il cameratismo tra soldati e compagni è tutto, e viene visto quasi sempre come una cosa positiva che da coraggio ai giovani combattenti. Mi è sembrato quasi che l’autrice volesse contrapporlo all’orrore che regnava ogni volta che Gaunt o Ellwood imbracciavano un fucile, come se i loro amici dopotutto fossero un luogo sicuro dove rifugiarsi.

Il modo in cui la Winn scrive le relazioni è incredibilmente dolce. Ogni tocco, ogni carezza, ogni momento di tranquillità, per quanto passionale, risulta una boccata d’aria fresca in contrapposizione con il quadro disperato di quegli anni di conflitto e dell’angoscia di dover tornare al fronte. Fin da subito mi sono innamorata del rapporto affettuoso e burrascoso tra Gaunt ed Ellwood, che cercano sempre le mani l’uno dell’altro ma fingono di non amarsi. Nonostante anche la loro storia d’amore sia incredibilmente travagliata e drammatica per via del contesto, le scene che vedevano protagonisti solo loro due mi hanno sempre riempita di tenerezza. Il modo di utilizzare le poesie come dichiarazione d’amore e come fuga dal dolore è risultato per me molto bucolico e romantico e ha aggiunto un pizzico di struggimento in più che infondo in una storia che è anche d’amore (perché vi assicuro che non si tratta solo di un romanzetto romantico ma di ben altro) non guasta mai.


Onestamente, credevo che mi sarei trovata davanti un libro si storico, ma che si concentrasse principalmente su quella che è l’effettiva storia d’amore tra il gentile Gaunt e il romantico Ellwood. Non mi aspettavo di affrontare nel dettaglio i traumi della guerra e del dopo guerra con cui soldati così giovani hanno dovuto fare i conti, perdendo la ragione e la speranza nel futuro. Senza che me ne rendessi conto ho cominciato a ricordare nomi fittizi di giovani soldati morti per l’onore e per la patria e a piangere per loro faticando a distinguere la tragica e prematura morte di personaggi su carta da quelle che sono state le vere perdite della Prima Guerra Mondiale.

La cosa più triste di questo libro è che i nomi magari erano diversi, ma è successo tutto davvero. La cosa più bella è che forse da qualche parte due giovani ragazzi si sono davvero innamorati, sono andati al fronte e il loro amore brillava di una luce più forte del rumore delle granate.

Non è un libro per tuttə decisamente ed è praticamente impossibile non pensare alle perdite che la Prima Guerra Mondiale ha portato, alle mogli vedove e alle madri in lutto, eppure vi invito a dare una possibilità a questa lettura e all’amore tra Gaunt e Ellwood, così tormentato e significativo.

Insieme allə miə compagnə di lettura abbiamo notato alcune inaccortezze e piccoli errori per quanto riguarda la traduzione italiana, ma da persona che non ha letto la copia inglese posso assicurare che rimane comunque una lettura molto di impatto e travolgente.


Scusate, Alice Winn è adorabile ♥

🌻 Ringrazio Valeria per la splendida grafica creata appositamente per l’evento!
 🌻 Vi invito inoltre a dare un’occhiata anche alle recensioni delle altre persone che hanno partecipato. Abbiamo fatto anche delle foto da postare sui nostri profili instagram se siete curiosə! Vi lascio qui i loro profili: Nelyafinwee, LaBibliotecadiZosma, _Aplaceforustoread

Lunga vita e prosperità 🖖

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Il Varcaporta | Recensione #ReviewParty ⏳

Puoi acquistare il libro qui!

INFORMAZIONI:
Titolo: Il Varcaporta
Autore: Laura Costantini
Genere: Fantasy, Fantasy Storico, Steampunk
Target: Adulti
Casa Editrice: Dark Abyss Edizioni
Data di Pubblicazione: 17 febbraio 2022
Pagine: 581 pagine
Prezzo: 19 euro
Trigger Warning: violenza sessuale, sesso esplicito, linguaggio volgare, omofobia, tortura, violenza, menomazioni

TRAMA:
Corre l’anno 1897 e l’Inghilterra prevale su tutti i paesi d’Europa grazie alla scoperta del Kh-Ram, misteriosa sorgente di energia che l’ha liberata da carbone e vapore. Certo, la sostanza ha un costo ma il regno di Vittoria agisce in maniera pragmatica: nasconde le proprie difformità e le sfrutta al bisogno. Di miserabili le strade son piene. Una parte diventa carne da macello per processare l’energia. Un’altra, selezionata, entra in un corpo d’elite che padroneggia il Kh-Ram, cosa possibile solo per un binomio, ossia una coppia di giovani con determinate caratteristiche, tra cui un legame esclusivo, assoluto e rigorosamente maschi. La sostanza, infatti, aborre le donne, il movimento e il calore. L’Inghilterra chiude volentieri un occhio su tali unioni, ne chiude anche due sulla sorte dei disgraziati. Ma se non fosse solo questo il prezzo da pagare? Aster Paul, Astrea Lucinda, Zachary Tucker, Devereux Willoghby e alcune vecchie conoscenze lo scopriranno e dovranno decidere da che parte stare. Sarà una lotta per la sopravvivenza segnata da alleanze imprevedibili e inganni, in cui i sentimenti più intensi e puri diventeranno l’unica guida.

⚠️ L’edizione italiana di questo libro mi è stata gentilmente fornita in anteprima dalla casa editrice, che ringrazio, per la mia tappa del Review Party organizzato da Franci, a cui sono immensamente grata per avermi permesso di partecipare. Pertanto ci tenevo a precisare che qui troverete esclusivamente le mie sincere opinioni e idee e che questo progetto a cui partecipo non ha in alcun modo influenzato quello che ho scritto.

⚠️ Questo articolo è SPOILER FREE!!

Il mio voto: 3.5 stelle su 5 ⭐⭐⭐

Torno sempre dagli autori e dalle autrici che mi hanno fatta emozionare, quindi sono super contenta di poter partecipare a questo evento per il nuovo libro di Laura Costantini, di cui ho amato la maggior parte dei lavori (perchè non li ho ancora letti tutti 🤣).
Sebbene Il Varcaporta mi sia piaciuto leggermente meno rispetto alla serie de Il Diario Vittoriano (trovate qui la mia guida e la mia recensione ❤️) ho comunque tante cose da dirvi!

Innanzitutto, sono felice di aver ritrovato lo stile della Costantini, mi era mancato molto e trovo che sia sempre capace di trascinarmi completamente all’interno della vicenda. Apprezzo tantissimo il modo in cui riesce a riportare sulla carta l’epoca vittoriana quasi come in un dipinto senza mai risultare pesante. In questo caso l’ambientazione è ovviamente diversa da quella tradizionale, poiché si tratta di un romanzo steampunk e sono rimasta molto affascinata dalle aggiunte inserite ad arte per creare un modo nuovo e pericoloso ma allo stesso tempo simile a quello che già conoscevo. Mi piace molto il suo modo di strutturare la narrazione, unendo le parti più descrittive ai dialoghi spesso estremamente diretti, capaci di tenermi totalmente incollata alle pagine anche grazie allo stile di scrittura generale che è abbastanza lirico, proprio come piace a me.

Ho trovato la trama molto interessante e originale, ricca di intrighi e di azione. Gli unici punti statici sono sicuramente funzionali allo sviluppo dei personaggi e delle loro relazioni. Inoltre personalmente preferisco che le scene mi vengano mostrate e non raccontate, ma devo dire che non mi sono mai trovata spaesata o confusa nonostante la mole notevole di informazioni che ci vengono date. Mi è piaciuto molto anche il fatto che siano stati inseriti elementi riguardanti il periodo storico realmente accaduti, come le rivalità tra Stati, che in qualche modo hanno aiutato a rendere il tutto più realistico.
Sicuramente lo svolgersi della trama forma una sorta di crescendo, un conto alla rovescia verso la resa dei conti, e questo mi ha aiutata a rimanere concentrata fino alla fine.
Penso che l’autrice se la sia cavata alla grande anche con questo fantasy più complesso rispetto agli altri che ha scritto e un pochino spero che abbia in serbo per noi una novella o una sorta di proseguimento per le vicende di questi personaggi, ora che conosco la fine (capirete leggendo il libro).

Quello che secondo me è il punto più forte della Costantini sono sicuramente i suoi personaggi. A parte il fatto che traspare tantissimo dalle sue opere il suo amore per loro e la trovo una cosa meravigliosa, non so come sia possibile ma ogni volta che leggo di loro mi affeziono praticamente subito. Apprezzo tanto come li costruisce e come riesca a presentarli al lettorə attraverso un quadro che permette di apprezzarli nella loro interezza (o disprezzarli a seconda dei casi). In questo caso ho trovato molto interessante la complessità di alcuni di loro, perchè molto spesso chi inizialmente avevo additato come crudele o secondario nascondeva poi qualche sorpresa. Non sempre li ho rivalutati ma sicuramente mi sono ritrovata a riflettere molto su tutte le loro vicende e le loro scelte. Penso che il mio personaggio preferito sia Devereux, per esempio, ma sono rimasta veramente molto affascinata da Astrea perchè l’ho trovata molto sfaccettata, forse la più interessante tra tutti quanti.
Apprezzo tanto anche il fatto che scriva spesso rep lgbtq+ ben inserite nella storia, trovo che sia importante avere autori che supportano la nostra comunità 🏳️‍🌈

Altra cosa che amo dei libri di quest’autrice è l’intensità con cui racconta i rapporti sentimentali e le storie d’amore. Io piango ogni volta!!😭
E’ assurdo perchè in questo caso la relazione principale non mi è piaciuta tanto quanto quella di Robert e Kiran, forse perchè dal mio punto di vista i personaggi del Diario Vittoriano si conoscevano fin da piccoli e la loro storia romantica è basata principalmente sullo slow burn (uno dei miei trope preferitissimi), mentre in questo caso l’amore e la passione esplodono in modo molto più celere e non sempre riesco a sentirmi partecipe. Ci sono sicuramente stati dei momenti in cui ho fatto fatica ad innamorarmi di loro per questo motivo, eppure alla fine leggevo e mi struggevo per la loro sorte in ogni caso, perchè le emozioni che provavano erano così ben delineate e profonde che ho comunque sospirato ad ogni bacio.

Altra cosa di cui sono innamorata è sicuramente l’epilogo. Più precisamente, tutta la scena finale mi ha commossa moltissimo e l’ho trovata perfetta per concludere questa emozionante avventura. E’ carica di emozioni molto forti e ho veramente trattenuto il respiro sperando che le cose potessero in qualche modo non essere così difficili o risolversi per il meglio per i protagonisti, dal primo all’ultimo. Anche chi, a conti fatti, non meritava un lieto fine, in qualche modo speravo potesse avere modo di rifarsi in futuro (o nel passato?Dipende dai punti di vista ma niente spoiler 😎). Non vi dirò se ho potuto tirare un sospiro di sollievo una volta chiuso il libro, ma l’epilogo mi ha strappato un sorriso e una lacrima e sono sempre grata alle letture che mi lasciano soddisfatta una volta concluse.

Menzione d’onore a tutti quei personaggi che chi ha letto Il Diario Vittoriano ha già imparato ad amare. Inizialmente non avevo ben capito come fosse possibile che loro si trovassero lì, ma una volta fugato ogni dubbio mi sono davvero emozionata nel rivederli (ho urlato ogni volta che appariva Aldus, perchè è uno dei miei amori segreti ok l’ho detto e non me ne vergogno). Certo, poi è arrivata la mazzata che mi ha uccisa dentro ma ti perdono, Laura, e vado a rileggere I Racconti del Diario Vittoriano per riprendermi 🤣❤️


La recensione è conclusa, ma per l’occasione abbiamo avuto l’opportunità di intervistare l’autrice. Vi lascio qui di seguito le due domande che ho scelto di farle io, mentre per l’intervista completa dovrete attendere il 2 maggio! Save the date!

🌸Anche questa saga è già stata tutta scritta e poi divisa in volumi come per “Il Ragazzo Ombra” o hai in mente di scrivere un libro alla volta e, se sì, sai già quanti libri saranno? “Il Varcaporta” non sarà una serie, come non lo era il “Diario vittoriano”. La divisione in volumi la organizzammo, con goWare, per non offrire ai lettori un librone da ottocento pagine che avrebbe potuto spaventare. Quindi la vicenda venne divisa in quattro volumi di cui “Il ragazzo ombra” è il primo. “Il Varcaporta”, nonostante la mole e grazie a Dark Abyss Edizioni, è rimasto intatto ed è, quindi, autoconclusivo.

🌸Quali differenze noti quando scrivi un libro a quattro mani e quando invece scrivi da sola come in questo caso? Scrivere a quattro mani è una modalità che adoro, un dono che l’amicizia – ormai sorellanza – con la mia socia Loredana Falcone mi ha concesso. Insieme a lei è come vivere un gioco di ruolo, quindi passano in secondo piano fatica e concentrazione. Scrivere da sola è più immersivo e faticoso. Ti cambia proprio l’umore. Mi piace poter sperimentare entrambi i metodi.

🌻 Ringrazio DolciCarloni per le grafiche create per l’evento!
🌻 Vi invito ad andare a dare un’occhiata anche alle recensioni dellə miə compagnə di avventura, vi lascio qui sotto i nomi e le date!

Lunga vita e prosperità 🖖🏻

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C’era una Volta un Orsetto | Recensione #reviewparty 🧸

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INFORMAZIONI:
Titolo: C’era una Volta un Orsetto
Autore: Jane Riordan & Mark Burgess
Genere: letteratura per l’infanzia, fiaba
Target: Bambini (6 anni in su)
Casa Editrice: Salani (collana Nord/Sud)
Traduzione: Giuseppe Iacobaci
Data di Pubblicazione: 3 marzo 2022
Pagine: 144
Prezzo: 15.90 euro

TRAMA:
L’orsetto più amato di tutti i tempi è tornato. «Fu così che Christopher Robin chiese a Puh di raccontargli del Prima, tanto tempo Prima del suo arrivo al Bosco. Prima che lui conoscesse Winnie Puh, se un Prima esisteva, e Prima che Christopher Robin fosse abbastanza grande da aver dato a Puh il suo nome. Ed ecco quelle storie…» Prima, c’era soltanto un Orsetto tutto pancino e niente gambe sullo scaffale di un grande magazzino, in attesa di essere acquistato. Poi, quando Winnie Puh e Christopher Robin si sono incontrati, le loro meravigliose avventure hanno avuto inizio, fra tesori da seppellire, tane da costruire e vasetti pieni di miele… L’Orsetto più amato dai lettori di tutto il mondo e i suoi amici sono i protagonisti di un romanzo inedito, ispirato alle storie di A.A. Milne e illustrato da Mark Burgess.

⚠️ L’edizione italiana di questo libro mi è stata gentilmente fornita in anteprima dalla casa editrice, che ringrazio, per la mia tappa del Review Party organizzato da Franci, a cui sono immensamente grata per avermi permesso di partecipare. Pertanto ci tenevo a precisare che qui troverete esclusivamente le mie sincere opinioni e idee e che questo progetto a cui partecipo non ha in alcun modo influenzato quello che ho scritto.

⚠️ Questo articolo è SPOILER FREE!!

Il mio voto: 5 stelle su 5 ⭐⭐⭐⭐⭐

Mi sembra scontato dire che questo libricino dovrebbe essere fuori dal mio target.
Eppure leggerlo mi ha davvero scaldato il cuore, è sicuramente una piccola coccola da iniziare e concludere in massimo un’oretta.
Adatto ad un pubblico giovanissimo grazie ai disegni colorati, le canzoncine e il lessico semplice, riesce comunque a strappare un sorriso anche ad un adulto, soprattutto se già conoscete i lavori di Milne.

Non sono mai stata una grande fan del lavoro fatto da Disney su questi personaggi e anche da bambina li ho sempre evitati, mentre i libri mi sono sempre piaciuti tanto e ne possiedo diverse copie. Sono stata quindi davvero tanto contenta di vedere ripresi i punti salienti anche in questo prequel come i nomi originali e lo stile di scrittura. L’autrice infatti è stata bravissima a studiare e riportare sulla pagina alcuni dei termini e modi di dire tipici dei volumi precedenti. Avevo quasi paura che in alcuni punti potesse risultare troppo infantile, dato che ci sono tantissimi vezzeggiativi e alcuni pensieri sono proprio tipici dei più piccoli, ma in realtà mi hanno semplicemente scaldato il cuore.

Mi è piaciuta tantissimo l’idea alla base del libro, ovvero raccontare come Christopher Robin sia entrato in possesso di Winnie Puh e dei suoi amici. Trovo che ci sia un ottimo equilibro tra il fatto che i personaggi siano dei pupazzi comprati nei negozi o regalati per compleanni e altre feste, e la versione più conosciuta della storia, dove ogni giocattolo è in realtà vivo e con una sua personalità, tutte riprese benissimo dall’originale.

Le varie storielle sono davvero dolci e mi hanno fatta spesso sorridere oltre al fatto che un bimbo molto piccolo può trarne degli insegnamenti o curiosità da chiedere poi ad un genitore (mi viene in mente per esempio il momento in cui Christopher, Winnie e gli altri vanno allo zoo ma la morale rimane comunque che è più bello immaginare gli animali correre liberi nella natura). Sono tutte contraddistinte dal fatto che Winnie e i suoi amici sono come una piccola grande famiglia, che si aiuta a vicenda e che passa le giornate insieme trovando sempre nuove avventure da affrontare.

Trovo che anche i disegni siano perfetti per questo tipo di libro e rispecchiano perfettamente quelli delle opere originali sia per il modo in cui sono posizionati sulla pagina ma anche per quanto riguarda lo stile, che riprendere chiaramente le linee di quelli più vecchi mantenendo comunque intatta la presenza di questo nuovo illustratore. Ho apprezzato molto anche il fatto che siano a colori, penso che renda più vivace la lettura per un bambino e si differenziano comunque da quelli degli altri libri (o almeno dalle mie edizioni in bianco e nero).

Una lettura che sicuramente riesce a far sciogliere sia grandi che piccini e può riscaldare in una triste giornata di pioggia. Lo consiglio veramente a tutti, me ne sono innamorata al primo sguardo e si vede che c’è dietro una grande cura e altrettanta attenzione ai dettagli, sia grandi che piccoli. Penso che Milne sarebbe davvero contento di questo prequel e se non avessi letto il nome dell’autrice in copertina lo avrei di certo scambiato per un suo lavoro. 💙

🌻 Ringrazio Valeria per le splendide grafiche create appositamente per l’evento!
🌻 Vi invito inoltre a dare un’occhiata anche alle recensioni delle altre persone che hanno partecipato. Abbiamo fatto anche delle foto da postare sui nostri profili instagram se siete curiosə. Vi lascio qui sotto i nomi e le date!

Lunga vita e prosperità 🖖🏻

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Arianna | Recensione #ReviewParty 🏛️

Puoi acquistare il libro qui!

INFORMAZIONI:
Titolo: Arianna
Autore: Jennifer Saint
Genere: Retelling, Mitologia
Target: Adulti
Casa Editrice: Sonzogno
Data di Pubblicazione: 3 Febbraio 2022
Pagine: 368
Prezzo: 18 euro
Trigger Warning: violenza, morte, omicidio, accenni a zoofilia, violenza su animali, infanticidio, depressione post partum, suicidio

TRAMA:
Arianna e la sorella Fedra, principesse di Creta e figlie del temuto re Minosse, crescono ascoltando riecheggiare il rumore degli zoccoli del fratello, il Minotauro, nel labirinto costruito sotto il palazzo. Ogni anno, quattordici giovani ateniesi vengono sacrificati per placare la fame del mostro. Quando il principe Teseo giunge a Creta per immolarsi alla creatura, Arianna si perde nei suoi occhi verdi e se ne innamora follemente. Ma aiutarlo a scappare dal labirinto significherebbe tradire la famiglia e il regno, e la ragazza conosce fin troppo bene le implicazioni di un gesto simile. Assillata dai dubbi ma determinata a farsi valere, Arianna prenderà una decisione che ribalterà tanto la sua sorte quanto il destino di Fedra. Entrambe dovranno affrontare le conseguenze di una scelta coraggiosa e sovversiva, che le spingerà a mettere in discussione il proprio ruolo in quanto figlie, mogli e madri in un mondo in cui le donne non sono altro che pedine su una scacchiera dominata dagli uomini e dagli dèi. Con uno stile vibrante e ipnotico, Jennifer Saint reinventa con originalità la famosa storia del Minotauro, della fuga di Teseo, dell’incontro con Dioniso e degli amori tormentati di Fedra e Arianna, dando vita a un’eroina indimenticabile e sfaccettata che saprà commuovere e incantare i lettori e le donne di oggi.

⚠️ L’edizione italiana di questo libro mi è stata gentilmente fornita in anteprima dalla casa editrice, che ringrazio, per la mia tappa del Review Party organizzato da Valeria, a cui sono immensamente grata per avermi permesso di partecipare e per aver creato le grafiche per l’evento. Pertanto ci tenevo a precisare che qui troverete esclusivamente le mie sincere opinioni e idee e che questo progetto a cui partecipo non ha in alcun modo influenzato quello che ho scritto.

⚠️ Questo articolo è SPOILER FREE!!

Il mio voto: 4.5 stelle su 5 ⭐⭐⭐⭐

Ho pensato molto al voto che volevo dare a questo libro e, sebbene probabilmente meriti leggermente meno, ho scelto 4.5 alla fine perchè la storia narrata mi è rimasta in testa per molti giorni dopo averla conclusa.

Ovviamente conoscevo già il mito di Arianna essendo un’appassionata di mitologia greca e, oltre ad essere uno dei miti più conosciuti, è anche quello che mi è stato raccontato più volte a scuola o a casa. Mi sono sempre interessata alle sue varie versioni e a tutti i finali che sono stati proposti per il personaggio di Arianna e proprio per questo quando ho visto che questo romanzo sarebbe uscito in Italia mi sono fatta avanti con entusiasmo e curiosità.

Non ho voluto dare il voto pieno perchè ho trovato lo stile abbastanza povero e ripetitivo. Sebbene le descrizioni dei luoghi e dei personaggi da un punto di vista fisico mi abbiano affascinata non poco, il continuo ripetersi di alcuni vocaboli e pensieri di Arianna hanno reso la lettura più lenta di quello che avrebbe potuto essere se ci fosse stata un po’ più di inventiva da parte dell’autrice.
Tra l’altro, non ho amato particolarmente la scelta di raccontare diversi miti all’interno della narrazione. Ho apprezzato quello di Medusa, perchè è una figura alla quale Arianna in qualche modo si lega e a cui pensa quando deve prendere determinate scelte, inoltre è un mito importante che riguarda Perseo, un personaggio effettivamente presente nel libro, anche se per poco. Farei passare anche quelli raccontati da Dioniso perchè riguardano il background del suo personaggio e aiutano il lettore a conoscerlo e a comprendere meglio le ragioni dietro le sue scelte finali, ma non capisco il motivo del voler per forza strafare infilando altre leggende che non riguardano la storia raccontata. Mi è sembrato forzato e ridondante, quasi come se l’autrice volesse far vedere a tutti i costi che conosce bene la mitologia greca.

In ogni caso una volta entrata nella storia mi sono adattata a queste piccole cose e la lettura è stata per lo più scorrevole, grazie anche a come la Saint è riuscita a rendere le atmosfere dei vari luoghi protagonisti della vicenda. Ho percepito molto bene il soffocamento e la paura nella parte ambientata a Cnosso, ma anche la libertà provata da Arianna a Nasso nel momento in cui la sua vita prende una piega più positiva.

Per quanto riguarda il modo in cui l’autrice ha voluto riproporre i personaggi la mia opinione è positiva in generale, ma se vogliamo andare un po’ più nel dettaglio ci sono alcune cose che avrei preferito fossero differenti.
Comprendo il desiderio di dare valore alle voci femminili, che in questi ultimi tempi sta prendendo molto piede in relazione ai miti greci rinarrati dalle donne protagoniste delle vicende, ma non sono troppo d’accordo sul demonizzare a tutti i costi i personaggi maschili anche più del dovuto. In questo caso specifico, Teseo è chiaramente un personaggio negativo, così come lo era anche nel mito originale, ma nel libro a parer mio subisce una snaturazione esagerata che lo porta ad essere codardo, debole e fin troppo vanesio. La sua figura ha sempre avuto un’accezione negativa per chi si metteva nei panni di Arianna, ma se visto con gli occhi della logica rimane pur sempre il principe che si offre volontario per liberare la propria patria dal giogo di Cnosso, che salva i propri compagni e li riporta dalle loro famiglie. Gli avrei lasciato un minimo di dignità.


Allo stesso modo, Arianna, che avrebbe dovuto essere la nostra eroina femminista, non mi è risultata particolarmente simpatica. E’ sicuramente un personaggio coraggioso, ma non ho trovato in lei alcuna crescita. Inizialmente la troviamo disperata, giovane e ingenua e quindi disposta a credere a qualsiasi cosa per liberarsi da un futuro orribile, ma quando ormai dovrebbe essere cresciuta e aver acquisito una buona dose di accortezza per determinate situazioni si lascia di nuovo trasportare dalle emozioni e non riesce a vedere il pericolo anche quando ha tutti gli elementi per farlo. Mi è piaciuto il fatto che il romanzo non si distacchi dal mito e lo riprenda in tutti i suoi punti più salienti, ma forse avrei preferito avere un’Arianna più positiva e meno in balia degli eventi e degli Dei. Inoltre mi ha infastidito un po’ il fatto che lei si senta legata alla sorella, ma in realtà non faccia alcuno sforzo per ricongiungersi a lei.

Al contrario invece il personaggio di Fedra è quello che per me si è distinto per la propria forza e intelligenza fin dalle prime pagine, risultando essere la vera figura femminista del libro. Sia da ragazzina che quando raggiunge l’età adulta, Fedra sfrutta la situazione per ottenere ciò che vuole e vivere una vita dignitosa e calcola le proprie decisioni con astuzia, senza fidarsi delle apparenze. Il romanzo ridà sicuramente dignità al suo personaggio così bistrattato dagli studiosi, almeno fino al momento finale, in cui forse il suo cambiamento è stato un po’ troppo repentino per essere verosimile, ma che infondo si limita a riprendere la storia originale.

Ciliegina sulla torta però, dal mio punto di vista molto personale, è stato il personaggio di Dioniso. Ho trovato la sua rappresentazione perfetta perchè esplora la divinità in tutte le sue forme. Inizialmente viene presentato come un dio giovane, che cerca adepti per il proprio culto per guadagnarsi un ruolo ben preciso sul Monte Olimpo, insieme agli altri Dei. Quando appare per la prima volta emana sicuramente un misto di allegria e pericolo e, nonostante non venga mai presentato come una figura totalmente positiva, la sua presenza ha qualcosa di umano e gioioso, forse anche grazie all’aspetto giovane e sbarazzino. Con il passare del tempo però la Saint è stata molto brava a far emergere quella che è la sua vera essenza, la sua dualità. Trovo che questo aspetto sia molto importante se si vuole rappresentare al meglio Dioniso e il suo culto. In tutti i testi che riguardano questa divinità è sempre molto presente il dualismo che lo contraddistingue e in questo romanzo si vede perfettamente il cambiamento subito dalla sua essenza e dal suo credo nel momento in cui i suoi poteri crescono e si rafforzano diventando segno non solo di spensieratezza, ebrezza e libertà, ma anche pazzia, violenza e sregolatezza. Il suo culto subisce una trasformazione radicale e in quel momento Dioniso cessa di essere ciò che era e abbraccia completamente la sua immortalità. E’ un dio sotto certi aspetti insicuro, che deve fare i conti con culti molto più antichi del suo e questo lo rende pericoloso e incline all’esagerazione.

Per quanto riguarda il finale, mi è sembrata la conclusione perfetta per questo tipo di romanzo. Inizialmente pensavo che il libro si sarebbe incentrato molto di più su Teseo, il labirinto e il Minotauro mentre invece l’autrice ha scelto di ridurre quella parte al minimo e concentrarsi di più sull’isola di Nasso e sul rapporto tra Arianna e Dioniso, oltre alla storia di Fedra. Avendo strutturato in questo modo la vicenda penso che non avrebbe potuto avere un finale di altro tipo e ha sicuramente contribuito ad alzare il mio voto di molto. Trovo che riprenda perfettamente la tradizione e la struttura del mito greco più classico, con la sua morale dura e inflessibile.

🌻 Concludo così la mia recensione ma vi ricordo che nei prossimi giorni usciranno anche i pareri delle mie compagne che mi hanno accompagnata in questo evento. Da quel che ho capito hanno idee piuttosto differenti dalle mie quindi io stessa non vedo l’ora di andare a curiosare! Vi lascio qui sotto il calendario con le date e i nomi!

Lunga vita e prosperità 🖖🏻

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Violet e il Libro Proibito | Recensione #ReviewParty 🐉

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INFORMAZIONI:
Titolo: Violet e il Libro Proibito
Autore: Kelly Barnhill
Genere: Fantasy
Target: giovani lettori (8-11 anni)
Casa Editrice: Dea Planeta
Traduzione: Alessandra Maestrini
Data di Pubblicazione: 18 gennaio 2022
Pagine: 368
Prezzo: 15.90 euro

TRAMA:
Nelle fiabe, tutte le principesse sono bellissime, i draghi orrende e spietate creature e le storie… semplici e innocue storie. Ma questa non è affatto una fiaba come le altre. Nel regno di Andulan, la figlia del re si chiama Violet. È una ragazzina solitaria, con gli occhi di colore diverso e una massa di ricci che le nasconde la faccia. Si vede brutta, e questo la rende insicura. C’è solo un momento in cui non si sente sbagliata: quando racconta storie. Perché Violet è una lettrice voracissima e una voracissima narratrice di favole. Se apre bocca rapisce tutti, dalle dame di corte al più umile dei servitori. Quando insieme al suo migliore amico, Demetrius, trova nei sotterranei del castello un misterioso libro, è convinta di aver scoperto una miniera di storie che cambierà la sua vita. E la sua vita cambia, ma non come aveva immaginato… Dal polveroso tomo si leva la voce spaventosa di una divinità dimenticata, che inizia a sussurrare ai servitori, alle ancelle, al popolo, ammaliando l’intero reame. Ammalia il re, offrendogli l’opportunità di catturare l’ultimo drago sopravvissuto. E ammalia la principessa Violet, con l’illusione di renderla bellissima. Ma ogni parola sussurrata dal libro proibito ha un prezzo, e tremende conseguenze. E Violet, per salvare il regno, dovrà trovare il modo di ascoltare solo le voci amiche, e di raccontare l’unica storia che potrà guarire il suo mondo.

⚠️ L’edizione italiana di questo libro mi è stata gentilmente fornita in anteprima dalla casa editrice, che ringrazio, per la mia tappa del Review Party organizzato da Franci, a cui sono immensamente grata per avermi permesso di partecipare e che ringrazio per aver creato le grafiche dell’evento. Pertanto ci tenevo a precisare che qui troverete esclusivamente le mie sincere opinioni e idee e che questo progetto a cui partecipo non ha in alcun modo influenzato quello che ho scritto.

⚠️ Questo articolo è SPOILER FREE!!

Il mio voto: 2.5 stelle su 5 ⭐⭐

Trovo che questo libro abbia un ottima base per quanto riguarda alcune scelte di trama e i messaggi che vuole mandare, il problema è sicuramente come l’autrice ha cercato di portare su carta la sua idea e lo stile che ha utilizzato.
La storia è avventurosa e ambientata in un mondo fantasy in cui si possono ritrovare alcuni capisaldi del genere, tratti direttamente dalle fiabe più classiche: un regno, un castello, una principessa, draghi e sortilegi da spezzare.
Ho trovato originale il fatto che la vicenda venga raccontata da un personaggio semi-esterno e non dalla protagonista, è sicuramente un’idea diversa dalla solita prima persona che spesso viene utilizzata nei middlegrade per aiutare i bambini ad immedesimarsi. In questo modo sembrava effettivamente di vedere raccontata un’antica leggenda, soprattutto perchè il narratore altri non è che un menestrello. Il suo personaggio, narrazione a parte, non mi è piaciuto granchè, perchè speravo che si rivelasse più utile alla trama o che avrebbe avuto più spessore ma così non è stato.

Per fortuna ho invece apprezzato l’eroina della storia, Violet, perchè nonostante commetta degli errori non si lascia intimidire dal fallimento ma prosegue nella propria missione per salvare il Regno. Inoltre è proprio lei a lanciare il messaggio più positivo del libro, ovvero che l’aspetto fisico non dovrebbe mai impedirci di essere chi vogliamo e che le persone che tengono davvero a noi non ci giudicheranno mai in base alla nostra apparenza. Al giorno d’oggi è sicuramente importante trasmettere ai bambini idee di questo tipo, vista la sempre più diffusa moda di mostrare in televisione o su internet solo corpi oggettivamente bellissimi e visi senza nemmeno un’imperfezione. E’ lodevole da parte dell’autrice l’impegno che ha messo nel voler trasmettere un messaggio positivo a tutt* l* ragazzin* che vorranno leggere questo romanzo.

Arriviamo dunque alle note dolenti.
Prima di tutto, lo stile mi è sembrato incredibilmente semplice, a tratti infantile, e non si abbinava bene ad alcune scelte di trama fatte dall’autrice, che invece avevano una certa complessità considerando che si tratta di un libro per bambini. Avevo continuamente la sensazione di non capire esattamente il target adatto del libro, proprio a causa di questo squilibrio. Capisco che magari l’intento era quello di rendere il tutto più comprensibile, ma in questo modo si rischia di annoiare i bambini un po’ più grandi e confondere quelli più piccoli. Penso che una storia più semplice con questo tipo di stile sarebbe stata adatta, oppure magari lasciare la storia complessa e alzare un po’ il livello della scrittura non avrebbe guastato.

Altra cosa: ci sono troppi elementi fantasy tutti insieme. Va bene inserire il regno, la principessa e la sua famiglia, il cattivo…sono espedienti tradizionali per mettere insieme una storia fiabesca. Ma aggiungere anche il multiverso, gli dei, altre creature di cui non viene spiegato nulla, i draghi di cui ne resta uno solo che serve esclusivamente per risolvere la situazione, rischia di confondere il giovane lettore e di fargli perdere l’attenzione perchè cercherà – giustamente – di raccappezzarsi tra tutte queste cose, secondo me.
I personaggi non hanno una vera e propria personalità, rimangono in superficie e molto spesso non capivo il motivo che li spingeva a compiere determinate scelte, rendendo effettivamente alcune scene un po’ troppo casuali o forzate.

Ultima cosa, ad un certo punto verso la metà c’è una scena abbastanza raccapricciante visivamente parlando. Ormai ho letto tante cose abbastanza schifose nella mia vita da lettrice, nolente o volente, e questa descrizione (c’entrano delle lucertole e delle ferite e delle orbite, per farvi capire) in particolare mi ha fatto storcere il naso nonostante la mia gavetta, quindi non sono sicura che un* bambin* potrebbe apprezzare particolarmente 🤣

C’era sicuramente un ottimo intento dietro questo libro, ma a volte basta scrivere una cosa più semplice e di effetto per ottenere un buon risultato, senza buttarci dentro ingredienti sensazionali solo per stupire il lettore e ritrovarsi tra le mani un gran minestrone. Non era il libro adatto a me, ma spero sinceramente che possa trovare un* ragazzin* che apprezzi i suoi lati positivi e l’impronta fiabesca.

🌻 Termina qui la mia recensione, ma vi ricordo che nei prossimi giorni usciranno anche quelle di chi ha partecipato all’evento con me! Vi lascio qui sotto i loro nomi e le date se siete curios* di dare un’occhiata ai loro pareri:

Lunga vita e prosperità 🖖🏻

Pubblicato in: Collab, Recensioni

The Furry Thing | Recensione #ReviewParty 🐈

INFO:
Titolo: The Furry Thing
Autore: Kamwei Fong
Target: giovani lettori, adulti
Casa Editrice: Beccogiallo
Data di Pubblicazione: 9 dicembre 2021
Pagine: 128
Prezzo: 23 euro

TRAMA:
Nato nel 2009, “The Furry Thing” è il progetto artistico dell’illustratore, scultore e designer di Kuala Lumpur, Kamwei Fong.
Utilizzando solo inchiostro nero a micro pigmenti e delle fitte trame di piccoli, brevi, segni, Fong ha creato centinaia di illustrazioni oniriche e fantasiose di gatti di ogni genere e taglia. Nonostante lo stile uniforme, quasi matematico nella sua progettazione e lavorazione, ogni gatto di “The Furry Thing” mostra una personalità unica: ci sono i gatti arruffati, panciuti e goffi, ci sono gatti sinuosi, eleganti e fieri, altri ancora hanno occhi curiosi, o diffidenti, o ruffiani. Alcuni hanno code enormi che puntano il cielo, altri sono arrotolati su loro stessi a formare un cerchio talmente perfetto da risultare magnetico. Ci sono poi quelli dal muso schiacciato o dal pelo striato, le code elettriche o le orecchie asimmetriche, gli sguardi assonnati o le movenze sinuose.
In “The Furry Thing” c’è tutto l’universo dei gatti, tranne le bocche dei protagonisti. Senza bocche, le loro emozioni vengono trasmesse dagli occhi espressivi e luminosi, dalle orecchie vigili e dalle code grandi e cespugliose e, naturalmente, dal pelo più o meno folto (o meglio, folto, molto folto o foltissimo).

⚠️ L’edizione italiana di questo libro mi è stata gentilmente fornita in anteprima dalla casa editrice, che ringrazio, per la mia tappa del Review Party organizzato da Valeria, a cui sono immensamente grata per avermi permesso di partecipare e per aver creato le grafiche per l’evento. Pertanto ci tenevo a precisare che qui troverete esclusivamente le mie sincere opinioni e idee e che questo progetto a cui partecipo non ha in alcun modo influenzato quello che ho scritto.

⚠️ Questo articolo è SPOILER FREE!!

Il mio voto: 3.5 stelle su 5 ⭐⭐⭐

Questo libro illustrato è sicuramente un must have per gli amanti dei gatti, lo trovo un regalo veramente carino e spiritoso da fare ad una persona a cui tenete. Personalmente amo tantissimo i gatti anche se per ora non ne ho mai avuto uno quindi le illustrazioni mi hanno fatto morire dalle risate e alcune le ho trovate davvero dolci.
E’ impressionante come l’illustratore riesca ad esprimere la personalità di ogni felino solo tramite lo stile particolare ed estremamente semplice che ha scelto di usare e trovo davvero tenero il fatto che in ogni pagina, quando possibile, abbia scritto il nome del gattino ritratto. Alcuni disegni sono così buffi e i miei preferiti sono sicuramente quelli che mescolano la figura del gatto con altre opere d’arte.

Purtroppo non sono un’esperta di arte e stili di disegno, quindi non posso fare un’analisi dettagliata delle tecniche utilizzate da Kamwei Fong, ma dall’alto della mia ignoranza posso dire che amo tantissimo il tratto rotondeggiante, aiutato sicuramente dal chiaroscuro, che fa sembrare i micetti tutti paffuti e morbidi da accarezzare. E’ davvero difficile resistere a certe illustrazioni 🤣
E’ stato molto interessante anche leggere la storia di come ha scelto di procedere per determinate tavole o raccolte di illustrazioni, il suo processo creativo e come ha scelto il soggetto.

Inoltre sotto alcuni disegni sono presenti anche delle frasi adorabili o motivazionali che mi hanno scaldato il cuore.
Penso che tutta questa raccolta sia fatta per scaldare il cuore di chi la guarda. E’ bellissimo sfogliarla lentamente e scoprire pian piano il mondo di questi bellissimi animaletti pelosi. Si tratta di un libro che trasmette molta serenità, calma e buon umore e mi ha dato la stessa sensazione degli album di mandala da colorare.
Mi ha trasmesso tante sensazioni positive e lo consiglio sia agli amanti dei gatti ma anche a tutte le altre persone che amano gli animali in generale o le illustrazioni particolari.

E poi sono sicura che una volta chiusa l’ultima pagina, anche chi non ha mai avuto a che fare con i gatti sarà diventato un gattaro 🤣🧡

🌻 Concludo qui la mia recensione ma ricordatevi di passare a leggere anche quelle dellə miə compagnə di lettura, non ve ne pentirete! Vi lascio il calendario con nomi e date qui sotto!

Lunga vita e prosperità 🖖🏻

Pubblicato in: Collab

Io, I Miei Mostri e Me | Intervista all’autrice 🖌️

Ciao a tuttə!
Qualche giorno fa ho pubblicato la recensione del fumetto Io, I Miei Mostri e Me di Caterina Costa sul blog, in collaborazione con Beccogiallo. Si tratta di un fumetto che mi è piaciuto veramente tanto sia dal punto di vista stilistico che per tutto ciò che Caterina ha voluto raccontare di sè. Trovo che possa essere di aiuto per tante persone e sono molto felice di aver potuto partecipare a questo evento, quindi ringrazio di cuore Valeria e la casa editrice e Caterina Costa per avermi dato questa opportunità 💛
Qui potete trovare la mia recensione del fumetto!

Ora vi lascio all’intervista che io e lə miə compagnə di avventura abbiamo fatto a Caterina. Spero vi piaccia, ho trovato le sue riposte alle nostre domande molto interessanti e di ispirazione!

Intervista:

Ciao Caterina, prima di iniziare vogliamo ringraziarti per il tempo che ci dedicherai e farti i complimenti per il tuo lavoro.
La prima domanda che vogliamo farti è la seguente:

🖌️ Come mai hai deciso di suddividere ogni storia in una striscia di quattro quadrati? E’ un formato che ti è stato richiesto da altri o da esigenze esterne, o che hai deciso tu in maniera indipendente?
Forse mi sono involontariamente ispirata ad altri webcomic che ho visto negli anni, ma la ricordo come una scelta molto naturale. Inoltre, postando su Instagram, questa struttura rende molto più facile la condivisione dei miei lavori, perché la somma delle vignette quadrate è sempre un quadrato.

🖌️ La forza del tuo lavoro è anche nella sua brevità, ma hai mai pensato di creare una storia molto più lunga, magari una graphic novel completa, partendo da una o più strisce?
È sicuramente qualcosa che mi piacerebbe molto fare! Il primo esperimento con storie più lunghe è stato con il mio primissimo libro, Vita da Pomodoro, un’antologia realizzata insieme ad altre 6 fumettiste. È stato molto difficile per me scrivere qualcosa di più lungo, perché in genere nei miei lavori cerco sempre di trasmettere un’emozione, una sensazione, un concetto, e per questo tipo di comunicazione la vignetta breve è ciò che più mi è congeniale. Al momento sto cercando di leggere più fumetti e di imparare a narrare storie più lunghe, perché penso che potrei farne qualcosa di bello!

🖌️ Ci racconti la tua esperienza dell’Inktober e di cosa ti ha insegnato come fumettista? In futuro pensi che parteciperai nuovamente all’evento?
Per me l’Inktober del 2018 è stato la svolta, mi ha cambiato la vita. È iniziato tutto come un gioco, un esperimento, ma mi ha portato tante cose fantastiche. Ho deciso di fare un fumetto al giorno anziché un’illustrazione e ho scoperto la mia vocazione! Intanto mi ha fatto capire che sono in grado di produrre tanto in poco tempo, perché le parole a cui ispirarsi uscivano il 1 ottobre e ogni giorno c’era una nuova parola da usare, io all’epoca andavo in università tutti i giorni e da pendolare tornavo spesso a casa verso le 20. Però ce l’ho fatta! Ogni sera mi mettevo lì e creavo i miei fumetti. È stato anche l’inizio del mio successo su internet, perché dai miei fumetti per l’Inktober è arrivata la prima ondata di lettori su Instagram. Penso parteciperò ogni anno e spero di riuscirci ancora!

🖌️ Abbiamo notato che molti colori – ad esempio il giallo – sono ricorrenti: c’è un criterio particolare dietro questa scelta? E quali tecniche e/o strumenti grafici usi per creare i tuoi disegni?
La scelta di usare il giallo è stata casuale, è sempre stato uno dei miei colori preferiti. Disegnando e sperimentando mi sono accorta che stava meglio di altri colori come sfondo, faceva risaltare le immagini in primo piano e illuminava la scena. Durante gli anni ho usato diverse tecniche, ho iniziato con la china su carta e le Bic, ho usato Photoshop, Paint Tool Sai, gli acquerelli… Ora uso Procreate su un iPad 2018, che penso sia il software meglio sviluppato per i disegnatori. Il suo unico problema sono i livelli limitati, però in confronto a Photoshop o ad altri programmi conosciuti ha dei pennelli meravigliosi e insuperabili.

🖌️ Nelle note del tuo libro racconti che il tuo primo approccio al mondo dei fumetti sono stati i cartoni animati che vedevi da piccola: quali erano i tuoi preferiti? E oggi, invece, quali sono le tue fonti di ispirazioni principali?
Il primissimo che ho iniziato a ridisegnare penso sia stato Futurama, sapevo tutti i personaggi a memoria e i miei compagni di classe mi chiedevano sempre di disegnarli per loro. Poi A tutto Reality, che è stato il cartone animato che mi ha fatto iniziare a disegnare in digitale. Avevo un gruppo di amici a distanza, nato su Facebook, in cui ognuno si creava il suo personaggio in stile ATR e insieme giocavamo e ci sfidavamo a gare di disegno. È iniziato tutto da lì! Oggi invece non ho più un’ispirazione precisa, ormai il mio tratto e il mio stile sono abbastanza radicati da non aver bisogno di copie così fedeli. Questo non significa che abbia smesso di sperimentare! Spesso mi piace provare a cambiare stile, fare qualcosa di più cartoon o di più realistico, cambiare il tratto e i colori… solo che ora sono tutti esperimenti che partono da me.

🖌️ Ti piace la cultura giapponese, nello specifico i manga e gli anime? E, invece, nel panorama italiano c’è qualche fumettista che ti ha ispirato o che ti senti di consigliare?
Da bambina guardavo tanti anime e leggevo qualche manga, ho avuto un periodo attorno agli 11 anni in cui ho provato a ricrearne lo stile ma non faceva per me. Ho iniziato a creare fumetti per puro caso, sono sempre stata interessata sia all’animazione che all’illustrazione e il fumetto è ciò che univa queste due tecniche al meglio. Quindi non ci sono veri spunti a cui mi sia ispirata, non sono mai stata una grande lettrice di fumetti (anche se di fiera in fiera mi è venuta sempre più voglia di iniziare) fatta eccezione per Dylan Dog e W.I.T.C.H..

🖌️ Hai dei nuovi progetti in lavorazione? Cosa ti piacerebbe creare prossimamente? Ci puoi dare qualche anticipazione o è ancora tutto segreto?
Per il momento sono abbastanza ferma, fatta eccezione per la mia piattaforma su Webtoon che è stata appena aperta e mi sta portando molte soddisfazioni! Spero di avere presto qualche progetto nuovo!

Caterina è stata veramente disponibile e carina per quanto riguarda questo progetto e sono contenta di avere avuto questo confronto con lei!

🌻 Ringrazio Valeria per la grafica dell’articolo!
🌻 Vi lascio qui sotto i nomi e le tappe di tutte le altre recensioni del fumetto:

Lunga vita e prosperità 🖖🏻

Pubblicato in: Collab, Recensioni

Io, I Miei Mostri e Me | Recensione #ReviewParty 🖌️

Puoi acquistare il libro qui!

INFORMAZIONI:
Titolo: Io, I Miei Mostri e Me
Autore: Caterina Costa (@cheit.jpg)
Genere: contemporaneo
Target: giovani lettori, adulti
Casa Editrice: Beccogiallo
Data di Pubblicazione: 11 novembre 2021
Pagine: 112
Prezzo: 16 euro

TRAMA:
Il primo libro della giovanissima Caterina Costa, instagrammer, autrice di webcomics, conosciuta tra i suoi tanti fans con lo pseudonimo di CHEIT.
Un webcomics che racconta senza filtri le ansie, le paure, le inquietudini, le sofferenze dei ventenni di oggi.

⚠️ L’edizione italiana di questo libro mi è stata gentilmente fornita in anteprima dalla casa editrice, che ringrazio, per la mia tappa del Review Party organizzato da Valeria, a cui sono immensamente grata per avermi permesso di partecipare e per aver creato le grafiche per l’evento. Pertanto ci tenevo a precisare che qui troverete esclusivamente le mie sincere opinioni e idee e che questo progetto a cui partecipo non ha in alcun modo influenzato quello che ho scritto.

⚠️ Questo articolo è SPOILER FREE!!

Il mio voto: 5 stelle su 5 ⭐⭐⭐⭐⭐

Mi piacciono tanto questo tipo di fumetti a strisce episodiche che si concludono in una sola pagina. Sono immediate e con poche parole e ancora meno vignette riescono ad esprimere alla perfezione un concetto, che sia divertente, profondo, serio, o anche solo che aiuti chi lo legge ad immedesimarsi in qualcosa.
Leggere il fumetto di Caterina per me è stato esattamente così e mi è sembrato di sfogliare le pagine del suo diario personale. Ogni striscia affronta una tematica che sicuramente è tratta dalla sua esperienza personale, dai disturbi di ansia, ai cambiamenti in questo periodo difficile, alle insicurezze in ambito sociale e molte altre problematiche che sicuramente tantə raggazzə di oggi conoscono bene. Ci sono anche strisce più positive legate all’importanza di avere le persone giuste accanto nei momenti di bisogno, anche se in numero minore.

Penso che l’intento di Caterina fosse in parte quello di sfogare le proprie emozioni sulla carta, ma anche quello di comunicare a chi la segue e che magari si trova nella stessa situazione che alcune sensazioni, per quanto destabilizzanti e terrorizzanti, non ci rendono solə. E’ molto facile lasciarsi convincere dall’ansia che sei l’unicə a stare male per determinate cose che razionalmente sembrano stupide e le strisce di questa autrice sono qui proprio per ricordare sempre a chi sta male che anche se il viaggio è ancora lungo non bisogna per forza farlo in solitaria. E che per quanto chiedere aiuto sia difficile e spaventoso ci sarà sempre qualcuno a supportarti finchè non sarai prontə a compiere quel passo.

Sono sempre stata una persona che si agita e va nel panico con poco e mi sono sentita affine a tante strisce che ho trovato in questo libricino. Non è che questo abbia risolto i miei problemi o mi abbia fatto aprire gli occhi su qualcosa che sapevo già, però mi ha colpito l’accuratezza con cui Caterina è riuscita a rappresentare alcune delle cose che capitano anche a me. Sentirmi così compresa mi ha fatta stare meglio, quindi penso che il suo lavoro potrebbe sortire l’effetto desiderato e raggiungere i cuori di tanta gente.

Sono rimasta davvero piacevolmente sorpresa dal suo lavoro e sicuramente la considero una lettura molto importante per me 🧡

Inoltre adoro il suo stile di disegno “rotondeggiante”, mi ha messo di buon umore nonostante non si tratti di un fumetto umoristico. Il modo in cui disegna e colora i visi e le espressioni di tristezza e di gioia sono subito entrati a far parte dei miei preferiti e i toni caldi che ha scelto di usare mi hanno trasmesso un senso di calore, come se attraverso la sua opera stesse cercando di abbracciare virtualmente tutte le persone che come lei ancora stanno faticando per essere serene. Mi auguro che lei stessa riesca a trovare conforto dai riscontri positivi che sicuramente avrà il fumetto e che possa stare meglio presto 💛

Nonostante molte di queste strisce rappresentino i momenti di ansia piuttosto che quelli di tranquillità, quando ho chiuso l’ultima pagina mi è sembrato che il messaggio di fondo fosse andrà tutto bene.

🌻 Concludo qui la mia recensione ma ricordatevi di passare a leggere anche quelle dellə miə compagnə di lettura, non ve ne pentirete! Vi lascio il calendario con nomi e date qui sotto!

Lunga vita e prosperità 🖖🏻

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Darius, Va Tutto Bene (Forse) | Recensione #ReviewParty 🕌

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INFORMAZIONI:
Titolo: Darius, Va Tutto Bene (Forse)
Autore: Adib Khorram
Genere: contemporaneo
Target: young adult
Casa Editrice: Rizzoli
Traduzione: Paolo Maria Bonora
Data di Pubblicazione: 16 novembre 2021
Pagine: 352
Prezzo: 17 euro

TRAMA:
Darius Kellner ha sedici anni, vive a Portland ed è mezzo persiano da parte di madre, ma sa più il klingon di Star Trek che il farsi, e conosce meglio le usanze degli Hobbit che quelle persiane. Ora, il suo primo viaggio in Iran sta per rivoluzionargli la vita. Darius non è esattamente quello che si dice un ragazzo popolare a scuola: farsi accettare per quello che è non è mai stato semplice ed è convinto che in Iran sarà lo stesso. Ma quando abbraccia per la prima volta la nonna e incontra Sohrab, il ragazzo della porta accanto, tutto cambia. I due cominciano a trascorrere insieme le giornate giocando a calcio, mangiando faludeh e parlando per ore su un tetto, il loro posto segreto con vista sulla città di Yazd. Sohrab e la sua famiglia persiana lo chiamano Dariush, e lui non si è mai sentito se stesso come in quel momento: per la prima volta nella vita sente che forse, forse, le cose dopotutto potrebbero davvero andare bene per lui…

⚠️ L’edizione italiana di questo libro mi è stata gentilmente fornita in anteprima dalla casa editrice, che ringrazio, per la mia tappa del Review Party organizzato da Franci, a cui sono immensamente grata per avermi permesso di partecipare. Pertanto ci tenevo a precisare che qui troverete esclusivamente le mie sincere opinioni e idee e che questo progetto a cui partecipo non ha in alcun modo influenzato quello che ho scritto.

⚠️ Questo articolo è SPOILER FREE!!

Il mio voto: 4 stelle su 5 ⭐⭐⭐⭐

Darius mi ha sorpresa molto in positivo e sotto molti punti di vista.
Quando leggo un romanzo contemporaneo per ragazzi ho sempre paura di incappare in qualcosa di superficiale o banale, ma in questo caso non sono stata delusa.
Il libro mi è sempre risultato scorrevolissimo, tanto che il giorno che l’ho iniziato mi sono quasi forzata a fermarmi perchè mi sono resa conto che stavo macinando pagine su pagine e avevo paura di concluderlo troppo in fretta e non ricordarmi nulla per quando fosse arrivato il momento della recensione 🤣E’ complice sicuramente anche il lessico che ho trovato molto vicino al mio modo di esprimermi e di pensare, nonostante io abbia decisamente qualche anno in più del protagonista.
E’ davvero facile entrare in sintonia con Darius e le sue insicurezze e trovo che sia perfetto per un adolescente, soprattutto grazie agli argomenti di cui tratta.

Le tematiche in effetti sono la parte fondamentale del libro, più dei personaggi e della trama in sè. Adib Khorran è riuscito ad inserire la sua esperienza nell’opera e a parlare di argomenti estremamente seri con la giusta leggerezza ma senza per questo renderli superficiali o mal rappresentati.
Cercare il proprio posto nel mondo, sentirsi soli o spaesati, le paure e le ansie che ti assalgono quando fai fatica a fare amicizia ma se ne presenta l’occasione e tu non vedi l’ora di coglierla… queste sono tematiche di cui sicuramente si è già parlato in altri libri, ma ho apprezzato molto la naturalezza e la chiarezza con cui vengono presentate e amalgamate tra loro, includendo quella della depressione, molto meno presente nei libri, purtroppo.

È sempre difficile riuscire a trasmettere in modo chiaro e non fuorviante un messaggio positivo quando si parla di salute mentale. È un argomento estremamente delicato e non tuttə lo affrontano nello stesso modo. In un momento in cui purtroppo tantə ragazzə soffrono di questo tipo di disturbi trovo sia fondamentale far passare una rappresentazione giusta e non troppo semplificata. Vedere le cose dalla prospettiva di Darius, leggere del suo senso di colpa e della sua paura di deludere le persone, fa capire esattamente il disagio e il dolore che il ragazzo deve affrontare ogni giorno.
Allo stesso tempo però, vederlo legarsi ai nuovi personaggi e scoprire poco a poco qualcosa di più sulla sua famiglia mi ha sempre fatto spuntare un sorriso.

Mi è piaciuto moltissimo il legame che riesce a creare con Sohrab, che lo supporta e lo sprona ad essere sempre se stesso, e il rapporto estremamente conflittuale e complicato che ha con suo padre, che all’inizio mi è risultato difficile da comprendere ma che pian piano mi ha commossa molto.

Parlando con le persone con cui ho letto il libro per questo evento abbiamo anche discusso molto sul fatto che l’autore ha inserito tante cose di cui parlare, tante sfaccettature che riguardano Darius e il suo modo di essere, e che questo potrebbe risultare un po’ un’insieme confuso di questioni aperte e complesse da sviscerare in sole 350 pagine, ma penso che l’intento dell’autore fosse anche quello. Infondo è realistico pensare che una persona che non sta bene debba affrontare numerosi problemi di vario tipo che, sommati, danno vita a parte del problema stesso, come un cane che si morde la coda. E non sempre è possibile risolverli tutti in breve tempo o con una frase giusta al momento giusto.

Si tratta comunque di un libro che lascia un messaggio di speranza e comprensione che mi ha scaldato il cuore e che cerca di ricordare a tuttə che non siamo mai solə, anche quando ci sembra di avere una fortezza attorno a noi che, psicologicamente parlando, ci impedisce di chiedere aiuto.

Ultimo punto di cui vorrei parlare è l’inserimento della cultura persiana. Darius fa parte di una famiglia persiana e per tutto il romanzo ci tiene sempre a spiegare usanze e parole che rimandano alle sue origini. Ho amato questo aspetto e sono rimasta molto affascinata da alcuni concetti e dalle loro feste e tradizioni. È un elemento fondamentale della storia e senza di esso penso che avrebbe perso parte della sua importanza e bellezza come lettura per ragazzi.

🚀 Piccolo commento bonus: ho urlato di gioia per le citazioni a Star Trek così tanto accurate! È sicuramente una cosa un po’ stupida ma ne sono stata davvero felice, visto che quando c’è da citare qualcosa di fantascientifico considerato “nerd” tuttə puntano sempre su Star Wars. Giustamente, per carità, so che è molto più famoso e seguito e io stessa sono una fan, ma non tanto quanto lo sono di Star Trek e quindi…aaaah, che soddisfazione 😂❤️

🌻 Concludo ringraziando Ambra per i meravigliosi banner che ha creato per l’evento!
🌻 Vi lascio qui sotto il calendario di tutte le altre recensioni, non perdetevele!

Lunga vita e prosperità 🖖🏻

Pubblicato in: Recensioni

Ethan&Jag Destroy the World | Recensione 😈

Puoi acquistare il libro qui!

INFORMAZIONI:
Titolo: Ethan & Jag Destroy the World
Autore: Maz Maddox
Genere: Paranormal Romance, Urban Fantasy, lgbt+ m/m
Target: Adulti
Data di Pubblicazione: 26 ottobre 2021
Pagine: 196
Prezzo: 3.44 euro (disponibile solo ebook)
Trigger Warning: sesso esplicito

TRAMA (tradotta da me molto ad cazzum):
Jagmarith, Demone campione delle Guerre del Sangue, detesta le festività.
Certamente non è un fan degli umani o delle loro ridicole feste.
Festival dell’inverno. Celebrazioni dei fiori. Cuori deformi per simboleggiare l’amore. E’ tutto senza senso e pieno di debolezza.
Sfortunatamente, nessuno terrà conto dei suoi sentimenti quando verrà evocato nel regno degli umani da un’antica magia.
Rapito dalla sua casa nell’Inferno, Jagmarith ora è alla mercè di un maldestro e adorabile umano di nome Ethan, che ha accidentalmente legato Jagmarith a sè. Ora Jag deve sopportare le estenuanti festività umane come il Natale e fingere di essere il gentile fidanzato del ragazzo che lo ha evocato.
Il ruolo del finto fidanzato è stato molto difficile.
Ma insieme all’imminente festa di Halloween e all’agitazione per trovare delle perfette e macabre decorazioni, per non parlare degli stranissimi sentimenti che lui sta cominciando a provare per Ethan, c’è quella piccola questione dell’Apocalisse imminente da affrontare.
Jag non è per niente contento.

⚠️ Questo articolo è SPOILER FREE!!

Il mio voto: 5 stelle su 5 ⭐⭐⭐⭐⭐

Dunque, da dove cominciare. Questo minuscolo racconto mi ha completamente fatto perdere la testa, lo devo ammettere per forza di cose. Mi sono sentita esattamente la stessa scolaretta quindicenne che sclera per una ship e decisamente non mi capitava da un bel po’ di tempo.

Il libro è composto da due novelle distinte, la prima è Demon All the Way, pubblicata l’anno scorso e che ha come tema principale il Natale. Si tratta di un’ottantina di pagine in cui il lettore conosce Ethan e Jag e scopre come il primo abbia fatto ad evocare il secondo e come è nata la loro relazione. Leggendola mi sono resa conto che somigliava più ad un contemporary e in effetti era esattamente quello che mi aspettavo, ma mi sono comunque subito affezionata ad entrambi i protagonisti.
Ethan è così dolce e buffo ma andando avanti si scopre anche un lato leggermente più spicy che lo contraddistingue e questo lo ha reso ai miei occhi ancora più un cupcake perché è così timido e impacciato in certi momenti, mentre in altri si dimostra sicuro di sé per proteggere ciò a cui tiene.
Tra l’altro, è un personaggio allegro e dal sorriso facile, ma l’autrice lascia più volte intendere, anche in modo per niente velato, che ha sofferto per questioni passate.
E quindi ho deciso che è diventato un mio protetto.
Poi c’è Jag, demone e perla rara di questo libro. Una delle situazioni che mi fanno più ridere nei libri o nei film è quando una creatura chiaramente non umana si ritrova per qualche motivo a vivere nel nostro mondo, con le nostre tradizioni e le nostre usanze.
Ogni volta che Jagmarith apriva bocca per sottolineare quanto gli umani sono deboli o strani facevo davvero fatica a trattenermi dal ridere e alla fine avevo quasi le lacrime agli occhi.
Ogni sua battuta, osservazione o commento mi facevano amare il suo personaggio sempre di più (forse è un po’ complice anche il fatto che uno dei miei personaggi originali gli somiglia molto e si è trovato in una situazione simile in una delle role, quindi per me è stato molto facile affezionarmi).
Inoltre è il classico personaggio che “ha una reputazione da mantenere”, ma in realtà di fronte alla persona che ama si scioglie come un budino e farebbe qualsiasi cosa per lei.
Ho apprezzato tanto come si è sempre comportato con Ethan e come per lui la sua felicità venga prima di qualsiasi altra cosa, il suo modo strano e macabro di dimostrargli il suo amore e come lo voglia proteggere a qualsiasi costo. E poi ha un piccolo famiglio adorabile a cui vuole bene ma per carità non lo ammetterebbe mai 🖤

Ah tra l’altro, voglio avvisarvi prima che sia tardi: quello che troverete qui è circa un instalove. Ma d’altra parte in 80 pagine i tempi erano un po’ stretti e non penso che l’autrice (ho cercato in giro per i pronomi ma non sono riuscita a trovare nulla, se avete info in più non esitate a correggermi, ve ne sarei grata 🙏🏻) avesse già in mente di pubblicare un seguito, quindi se vorrete leggere il libro spero che riuscirete comunque a godervi questa ship per sclerare come se non ci fosse un domani. Perché vi assicuro che Ethan e Jag sono davvero bellissimi come coppia, tanto che non ho nemmeno skimmato le parti di sesso esplicito, un vero miracolo per me 😱

Passando alla novella effettivamente nuova, ovvero Ethan&Jag Destroy the World…What the fuck! È stato assurdo!😂
Questa seconda parte è ambientata nove mesi dopo rispetto alla prima e ritroviamo la nostra coppietta felice ormai ben collaudata e alle prese con delle spaventosissime decorazioni di Halloween (perché ovviamente Jag vuole terrorizzare i bambini, ne va del suo onore…non chiedete. Leggete il libro.). Sta andando tutto per il meglio, se non fosse che ad un certo punto arriva l’Apocalisse e cominciano a piovere rane, serpenti e strani squali dal cielo…e l’idillio dei miei pupilli-voglio dire, dei protagonisti è rovinato!

Non voglio spiegarvi troppo della trama generale, perché è davvero divertente scoprire pezzetto per pezzetto dove diavolo vuole arrivare Maz Maddox. Vi dico solamente che questa seconda novella è molto più incentrata sul fantasy anche se la relazione amorosa rimane comunque al primo posto!
Lo stile ovviamente è semplice e super scorrevole, ma trovo che sia adatto al tipo di storia che viene raccontata, così piena di allegria e scene fluffy o spicy. Non penso che sia un tipo di racconto che va preso troppo sul serio, quindi non aspettatevi grandi spiegoni di alcun tipo.
Menzione speciale per Olivia, strega e amica super supportive e queer di Ethan che ho adorato follemente 🏳️‍🌈

Il finale ha una spiegazione un po’ buffa ma d’altra parte questo libro è tutto esilarante ed entusiasmante e non mi aspettavo niente di meno. In effetti penso che nessuno qui sia stupito dal fatto che ho pianto un po’, verso la fine.

Vorrei molto più materiale su Ethan e Jag, sento che potrebbero diventare tra le mie coppie preferite in assoluto e spero davvero che l’autrice abbia in serbo qualche sorpresa, dopotutto ci sono tante altre festività che Jag potrebbe ancora scoprire. Non so…San Valentino! 😂😂😂

Non so che razza di “recensione” sia venuta fuori sta volta, e lo metto tra virgolette perché sono pienamente consapevole di aver più che altro sclerato e sbrodolato il mio amore per questa nuova ossessione. Sono felicissima di aver letto questo libricino e spero che il mio entusiasmo vi abbia contagiatə perché sarei davvero contenta di poterne parlare con qualcuno. Essendo così corto ci vuole davvero poco per leggerlo e chissà magari se lo leggiamo in tantə potrebbe anche uscire il cartaceo (lo esigo con ogni fibra del mio essere per poterlo sottolineare tutto e riempirlo di post it)!

Potrei andare avanti a spiegare quanto amo Ethan e Jag sia da soli che come coppia per almeno venti pagine ma per vostra fortuna la chiudo qui! Ci sentiamo con la mia prossima ossessione! 🧡

Lunga vita e prosperità 🖖🏻

Pubblicato in: Collab, Recensioni

Bianco Intorno | Recensione #ReviewParty

Puoi acquistare il libro qui!

INFORMAZIONI:
Titolo: Bianco Intorno
Autore: Wilfrid Lupano & Stephane Fert
Genere: storico
Target: giovani lettori e adulti
Casa Editrice: Tunuè
Traduzione: Stefano Andrea Cresti
Data di Pubblicazione: 26 agosto 2021
Pagine: 144
Prezzo: 19.90 euro

TRAMA:
La vera storia della scuola antirazzista di Prudence Crandall trent’anni prima dell’abolizione della schiavitù
Connecticut, 1832. La giovane insegnante Prudence Crandall è pronta a fare la storia, accogliendo per la prima volta nella sua classe femminile una giovane ragazza nera, Sara Harris, contro la volontà dell’intera comunità. Dallo sceneggiatore de La scimmia di Hartlepool Wilfrid Lupanoe l’illustratore di Pelle di Mille Bestie e Morgana Stéphane Fert l’incredibile storia vera del coraggio di una donna sola contro tutti nella lotta alla discriminazione razziale e per il riconoscimento del diritto universale all’istruzione.

⚠️ L’edizione italiana di questo libro mi è stata gentilmente fornita in anteprima dalla casa editrice, che ringrazio, per la mia tappa del Review Party organizzato da Valeria, a cui sono immensamente grata per avermi permesso di partecipare e per aver creato le grafiche per l’evento. Pertanto ci tenevo a precisare che qui troverete esclusivamente le mie sincere opinioni e idee e che questo progetto a cui partecipo non ha in alcun modo influenzato quello che ho scritto.

⚠️ Questo articolo è SPOILER FREE!!

Il mio voto: 4 stelle su 5 ⭐⭐⭐⭐

Non sapevo esattamente che cosa aspettarmi da questa graphic novel, ma ero molto curiosa di vedere come sarebbe stata rappresentata una vicenda così importante e sotto certi aspetti attuale.
Ammetto di essere rimasta colpita dall’intensità e dall’accuratezza con cui vengono riportati i gli eventi, dato che mi è già capitato di leggere opere che riprendevano fatti realmente accaduti riportandoli si fedelmente, ma alleggerendo il tono della narrazione. Non che ci sia qualcosa di sbagliato, ma ho apprezzato di più il realismo narrativo che ho ritrovato in queste pagine.

E’ molto difficile parlare di questa storia per me, perchè una volta chiuso il volume non sono riuscita a proseguire con la mia quotidianità come se niente fosse. A volte immergerci in un libro o un fumetto ci aiuta ad estraniarci dal mondo reale, ma in questo caso mi sono ritrovata a riflettere sul fatto che avevo appena finito di leggere un pezzo di storia, un avvenimento davvero accaduto, una realtà lontana da me e dai miei privilegi ma che tutt’ora persiste, anche se in modo diverso. Sta volta, invece di evadere, mi ero letteralmente immersa nel mondo reale, quello più ingiusto e crudele, e mi sono fatta un bagno nella consapevolezza. Trovo giusto ricordare avvenimenti del genere e degno di stima e rispetto non voltare la testa di fronte a ciò che è stato.
Mi piace leggere questo tipo di storie che mi aprono la mente, perchè spesso è facile ritrovarsi a pensare distrattamente a chi è meno privilegiato, ma leggere su carta la storia che ci ha portati al presente attuale rende le cose tangibili in un modo sconvolgente.

Questa corta graphic novel racconta principalmente di donne coraggiose, ognuna a modo suo, e affronta tante tematiche importanti nel modo migliore possibile. Oltre all’argomento principale, ovvero l’istruzione delle donne nere in un’epoca in cui avere un colore diverso della pelle ti rendeva un emarginato sotto tutti i punti di vista, mi hanno colpita molto anche tutti i punti di vista sul ruolo della donna, sulla religione e in particolare su qual è il modo corretto di rispondere alla violenza.
Mi ha appassionata molto il legame tra le ragazze, la loro voglia di mettersi in gioco e di tenere alta la testa nonostante la situazione pericolosa e complicata in cui si trovavano.

Ho apprezzato moltissimo anche le ultime pagine. Non si tratta certamente di un lieto fine, ma ho percepito chiaramente la nota positiva con cui la storia si è conclusa, una sorta di speranza e un piccolo passo verso un mondo più giusto. Il finale inoltre potrebbe quasi essere considerato aperto, come se ora fosse compito di ognuno di noi riuscire a mettere un punto e dare una chiusura felice, in onore di tutte quelle persone che in passato hanno lottato perchè ciò fosse possibile.

Si tratta sicuramente di una lettura veloce ma molto profonda, che offre ottimi spunti di riflessione su tante tematiche fondamentali. Probabilmente lo consiglierei da far leggere nelle classi, si otterrebbero risultati interessanti e sarebbe un buon modo per aprire un dibattito con ragazzi giovani che non conoscono questa vicenda.

Spendo un paio di parole sulle tavole, perchè amo questo stile di disegno dai tratti morbidi e arrotondati e la scelta dei colori mi ha fatto impazzire. Non me ne intendo per niente di sfumature e disegni, quindi si tratta di un parere basato esclusivamente sul gusto personale, ma sicuramente questo è uno dei tratti che ho amato di più tra tutte le graphic novel lette quest’anno.

🌻 Qui di sotto vi lascio tutte le altre date dell’evento, se avete voglia di leggere le recensioni dellə miə compagnə di avventura!

Noi ci rivediamo con un prossimo articolo ma nel frattempo vi auguro come sempre lunga vita e prosperità 🖖🏻

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Il Mare Senza Stelle | Recensione 🐝🗝️

Puoi acquistare il libro qui!

INFO:
Titolo: Il Mare Senza Stelle
Autore: Erin Morgenstern
Genere: Fantasy, Portal Fantasy
Target: Adulti
Casa Editrice: Fazi Editore
Collana: Lainya
Traduzione: Donatella Rizzati
Data di Pubblicazione: 16 Luglio 2020
Pagine: 620
Prezzo: 18.50 euro

TRAMA (presa dal sito di Fazi):
Zachary Ezra Rawlins è uno studente del Vermont che un giorno trova un libro misterioso nascosto fra gli scaffali della biblioteca universitaria. Mentre lo sfoglia, affascinato da racconti di prigionieri disperati, collezionisti di chiavi e adepti senza nome, legge qualcosa di strano: fra quelle pagine è custodito un episodio della sua infanzia. È soltanto il primo di una lunga catena di enigmi. Una serie di indizi disseminati lungo il suo cammino – un’ape, una chiave, una spada – lo conduce a una festa in maschera a New York, poi in un club segreto e infine in un’antica libreria sotterranea. Là sotto trova ben più di un nascondiglio per i libri: ci sono città disperse e mari sterminati, amanti che fanno scivolare messaggi sotto le porte e attraverso il tempo, storie bisbigliate da ombre. C’è chi ha sacrificato tutto per proteggere questo regno ormai dimenticato, trattenendo sguardi e parole per preservare questo prezioso archivio, e chi invece mira alla sua distruzione. Insieme a Mirabel, un’impetuosa pittrice dai capelli rosa, e Dorian, un ragazzo attraente e raffinato, Zachary compie un viaggio in questo mondo magico, attraverso miti, favole e leggende, alla ricerca della verità sul misterioso libro. Ma scoprirà molto di più.
Preparatevi a solcare le pagine del Mare Senza Stelle, a perdervi in questo viaggio straordinario attraverso mondi inimmaginabili, che celebra il potere delle storie e l’amore per i libri. Finché il Mare Senza Stelle non scriverà l’ultima pagina.

⚠️ Questo articolo è SPOILER FREE!!

Il mio voto: 4.5 stelle su 5 ⭐⭐⭐⭐


E’ davvero difficilissimo riuscire a parlare di questo libro.
Trovo complicato assegnargli un target o un genere specifico, ma sono convinta senza alcun dubbio che non è il tipo di lettura che mette d’accordo i lettori. Anzi, oserei dire tutto il contrario, visto che conosco solo persone che lo hanno amato profondamente o gente che lo ha odiato in modo viscerale.
Sono contenta di far parte della prima categoria e ora proverò a spiegarvi il perchè.

Ho trovato la prosa abbastanza complessa, ricca di elementi e di descrizioni che aiutano il lettore ad immaginare il mondo di storie e cose bizzarre creato da Erin Morgenstern. Pensavo che sarebbe stata molto più complicata, ma in realtà è piuttosto fluida, anche se la quantità di dettagli a volte sembrava appesantirla un pochino. Nonostante questo sono riuscita ad innamorarmene perdutamente ed è stato davvero facile lasciarmi trascinare dal racconto e da tutte le numerose storie che si trovano all’interno di esso.

Sono proprio queste piccole storie che, pezzo dopo pezzo, vanno a creare una sorta di world building onirico e spettacolare fatto di arte, musica, libri, sogni e luoghi misteriosi persi nel tempo. Il lettore, così come i personaggi, non sa mai esattamente che cos’è il Mare Senza Stelle, da dove è venuto fuori e come è nato.
Considerando che secondo me ogni parola, ogni pagina e ogni evento di questo libro non sono altro che metafore per qualcosa di più astratto, sono convinta che anche il Mare Senza Stelle in sè sia una sorta di metafora che rappresenta i libri in sè, l’amore per le storie e la loro conlusione.

Il Mare Senza Stelle infatti altri non è che un libro per chi ama i libri in ogni loro forma e sfumatura. Ho amato alla follia ogni singola citazione ad altre storie, sia quelle dirette che quelle un po’ più nascoste, tanto che credo di averne pure vista qualcuna che in realtà non c’era (è molto improbabile che Erin Morgenstern abbia citato Italo Calvino…vero?) 🤣
Ogni pagina è votata principalmente a far crogiolare noi accaniti lettori nel piacere di una buona prosa, di un racconto magico e fiabesco, o anche solo nel sapere che ci sono altre persone come noi, altri amanti dei libri intesi come oggetti fisici, delle storie intese come inizio/sviluppo/conclusione o ancora di quella nostalgia che ci assale quando leggendo entriamo in altri luoghi senza conoscerli.
Ho amato le metafore su metafore che il libro propone, tutte legate alla lettura e non tutte di facile comprensione.

Penso sia per questo motivo che l’intreccio risulta essere così caotico e, a primo impatto, senza troppo senso. Questo libro è zeppo di significati nascosti (chiariamoci, non ho mai avuto l’attenzione o anche solo l’intelletto necessario per comprenderli tutti 🤣) che si diramano lungo il corso della strana trama che andiamo a leggere. Vedendo ogni cosa attraverso gli occhi di Zachary, la nostra confusione equivale alla sua e lo accompagniamo insieme durante il viaggio che lo porterà ad addentrarsi sempre di più nel magico e nel misterioso. Come lui, alla fine avremo delle domande e delle teorie esattamente come se facessimo anche noi parte della storia.

A proposito dei personaggi, è vero che non sono stati approfonditi.
Tante persone mi avevano detto che sarebbe stato così ed ero preoccupata che questo non mi avrebbe permesso di entrare in sintonia con loro, ma in realtà non è successo. Sono riuscita ad affezionarmi a Zachary, Dorian, Mirabel e Katy e sono riuscita a trovare in loro anche elementi positivi che li contraddistinguevano.
Comunque, partendo già con la consapevolezza che non sarebbero stati chissà quanto di spessore ho cercato fin da subito di capire perchè l’autrice avesse fatto questa scelta. Mi sono chiesta più volte come una scrittrice in grado di creare un’opera del genere potesse cadere in questo modo proprio su chi dovrebbe portare avanti la trama. Mi è sembrato ovvio che la decisione fosse stata presa apposta e visto che questo libro porta i lettori a elaborare teorie, ora vi espongo la mia: i personaggi del Mare Senza Stelle non devono sembrare reali, come ci si aspetterebbe da un normale libro con inizio/svolgimento/conclusione, ma bensì devono rimanere nel loro ruolo di personaggi che fanno parte di una storia narrata.
Sono abbozzati e rappresentano anche loro una metafora o un elemento caratteristico dei libri.

Questa mia idea è scaturita quando, rileggendo le frasi che mi sarei voluta segnare nel libro con un post-it ho ritrovato questo passaggio:

Che cos’è che rende una storia coinvolgente? Qualsiasi storia. In parole semplici». «Cambiamento».«Mistero».«Grandi rischi». «Sviluppo dei personaggi». «Amore», interviene il ragazzo con la felpa blu. «Che c’è? È vero», aggiunge, quando parecchie sopracciglia alzate si girano verso di lui. «Tensione sessuale è meglio? Vero anche questo». «Ostacoli da superare». «Sorprese».«Significato».«Ma chi è che decide qual è il significato?», si chiede Zachary, a voce alta. «Il lettore. Il giocatore. Il pubblico. È questo che ti trascina, anche se non sei tu a compiere le scelte lungo il percorso, sei tu che decidi cosa significa per te». La ragazza che sferruzza si interrompe per recuperare una maglia sfuggita e poi prosegue. «Un gioco o un libro, che per me ha un significato, per te potrebbe essere noioso, o viceversa. Le storie sono personali, o ti ci colleghi, oppure no».

Penso che tutto questo passaggio spieghi ogni singola scelta presa dall’autrice, nonchè il significato stesso del libro.
Il Mare Senza Stelle ha tutti questi elementi, in un modo o nell’altro. Ci sono cambiamenti per la vita del protagonista, misteri e rischi. Ad un certo punto arrivano per lui l’amore e la tensione sessuale, all’improvviso e senza alcun preavviso (un po’ de botto, senza senso –cit, ma mi è piaciuto comunque tantissimo). Quella che vive Zachary è semplicemente una storia, ricca di ostacoli e sorprese. Un po’ complicatino eh?
E poi arriva la parte più importante, il significato. Sta proprio al lettore dare significato a questo libro e al suo finale. Spetta unicamente a lui vederci o meno qualcosa, lasciarsi arricchire o proseguire tranquillamente senza rimanere colpito. Mi piace l’idea che siamo noi a decidere che impatto ha un libro su di noi, che cosa abbiamo visto tra le pagine di un libro, di questo libro in particolare.
Per me, per esempio, Il Mare Senza Stelle è un ciclo infinito che inizia, muore e poi rinasce per ricominciare da capo. Ma non posso dirvi altro perchè sarebbe spoiler 😉 Leggetelo e poi ditemi cosa ne pensate, sono curiosa!
Sono dell’idea che Erin Morgenstern con questo romanzo abbia voluto proporre al mondo un libro-esperienza che si riduce alla fine ad uno strano esperimento sociale. O culturale. O solo pazzo, non saprei 🤣

E’ piuttosto ovvio che questo non è un libro che tutti possono amare, come infondo qualsiasi libro. Ma magari questo un po’ di più.
E’ molto metaforico e filosofico e mi ha spinta a fare tutti questi sproloqui e queste teorie improbabili. Chissà magari l’autrice voleva solo divertirsi con la scrittura e ci ha infilato una piccola vena sadica per farci smattare tutti…non lo so e non penso lo saprò mai.
Se siete persone a cui piace pensare concretamente e che amano i libri dove si arriva al punto, questo romanzo non va bene per voi.
Se vi lasciate trascinare dalla fantasia in pensieri improbabili e irrealistici invece vi consiglio di dargli un’occhiata.
Io sono contentissima di aver concluso questa esperienza. E’ stato magico. 💙

Lunga vita e prosperità 🖖🏻

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La Casa Sul Mare Celeste | Recensione #ReviewParty 🌊

Puoi acquistare il libro qui!

INFO:
Titolo: La Casa Sul Mare Celeste
Autore: TJ Klune
Genere: realismo magico, fantasy
Target: bambini, giovani lettori
Casa Editrice: Mondadori
Collana: Oscar Fabula (Oscarvault)
Traduzione: Benedetta Gallo
Data di Pubblicazione: 13 luglio 2021
Pagine: 348
Prezzo: 18 euro

TRAMA (presa dal sito Mondadori):
Linus Baker è un assistente sociale impiegato al Dipartimento della Magia Minorile. Il compito che esegue con scrupolosa professionalità è assicurarsi che i bambini dotati di poteri magici, cresciuti in appositi istituti in modo da proteggere quelli “normali”, siano ben accuditi. La vita di Linus è decisamente tranquilla, per non dire monotona: vive in una casetta solitaria in compagnia di una gatta schiva e dei suoi amati dischi in vinile. Tutto cambia quando, inaspettatamente, viene convocato nell’ufficio della Suprema Dirigenza. E stato scelto per un compito inconsueto e top secret: dovrà recarsi su un’isola remota, Marsyas, e stabilire se l’orfanotrofio diretto da un certo Arthur Parnassus abbia i requisiti per rimanere aperto. Appena mette piede sull’isola, Linus si rende conto che i sei bambini ospitati nella struttura sono molto diversi da tutti quelli di cui ha dovuto occuparsi in passato. Il più enigmatico tra gli abitanti di Marsyas è però Arthur Parnassus, che dietro ai modi affabili nasconde un terribile segreto. Un’incantevole storia d’amore ambientata in una realtà fantastica, meravigliosamente narrata, su cosa significhi accorgersi che, a volte, si può scegliere la vita che si vuole. E, se si è abbastanza fortunati, magari quella vita ci sceglie a sua volta.

⚠️ L’edizione italiana di questo libro mi è stata gentilmente fornita in anteprima dalla casa editrice, che ringrazio, per la mia tappa del Review Party organizzato da Valeria, a cui sono immensamente grata per avermi permesso di partecipare e per aver creato le grafiche per l’evento. Pertanto ci tenevo a precisare che qui troverete esclusivamente le mie sincere opinioni e idee e che questo progetto a cui partecipo non ha in alcun modo influenzato quello che ho scritto.

⚠️ Questo articolo è SPOILER FREE!!

Il mio voto: 5 stelle su 5 ⭐⭐⭐


La Casa Sul Mare Celeste era la mia uscita italiana più attesa del 2021 e sono davvero felice che non abbia deluso le mie aspettative. Mi emoziono sempre quando succede quindi ci tengo particolarmente a raccontarvi un po’ quali sono i suoi punti di forza.

Questo libro si presenta come una lettura semplice, dallo stile scorrevole e con una trama lineare. Si tratta di una storia “limpida”, nel senso che non presenta particolari colpi di scena eccetto un paio facilmente riconoscibili per un lettore esperto, e il messaggio di fondo e le varie dinamiche sono già chiare nel momento in cui si comincia il primo capitolo.
Penso che l’intento di T J Klune non sia mai stato quello di sorprendere i lettori con una morale nascosta e inaspettata, ma piuttosto quello di concedersi una coccola, una speranza in più e un po’ di buon umore.
Credo che sia proprio questo il punto forte della Casa Sul Mare Celeste: il buon umore.
E’ davvero difficile non intenerirsi, o addirittura non ridere a crepapelle, di fronte ad alcune scene che vedono come protagonisti i bimbi.
Io mi sono anche commossa molto spesso, perchè sono il tipo di persona che ha bisogno ogni tanto di sentirsi dire che la diversità esiste ed è sottovalutata e che nella vita si fa sempre in tempo a cambiare direzione per la propria felicità personale.

So che molte persone non amano i libri con una morale così evidente già da subito, invece a me capita spesso di riflettere proprio sulle cose che a primo impatto sembrano così scontate, ma che poi nella vita reale di tutti i giorni è difficile ricordare.

Sicuramente l’elemento che più caratterizza il libro sono i suoi personaggi, molto ben delineati e carichi di sfaccettature nonostante la maggior parte di loro siano solo bambini.
Ho amato ognuno di loro, è letteralmente impossibile non affezionarsi e non essere contagiati dal loro entusiasmo e dalla spontaneità tipica dei più piccoli che traspare benissimo grazie alla loro caratterizzazione. Inoltre alcuni di loro hanno un bellissimo sviluppo nel corso della storia ma senza appesantire il tono leggero e dolce dell’opera.

Non posso tra l’altro non spendere almeno due parole per quanto riguarda il protagonista, Linus. All’inizio temevo che non mi sarebbe piaciuto, perchè si trova in bilico tra un personaggio positivo e uno piatto, indifferente. Pian piano però ha trovato un suo equilibrio e ho capito che l’intento dell’autore era quello di rendere Linus una sorta di recipiente vuoto da riempire di emozioni nuove, di scelte e di cambiamenti importanti e trovo che ci sia riuscito benissimo. Ricollegandomi al discorso di prima, il lettore intuisce in breve tempo quali saranno le decisioni che Linus prenderà, ma non per questo una volta arrivati al momento cruciale la lettura sarà meno bella o emozionante. Tiferai letteralmente ad alta voce per lui!
Il protagonista di questo libro fa sorridere perchè è goffo, impacciato, ansioso e brontolone, ma in un certo senso ci ricorda un po’ quella parte di noi insicura che deve ancora trovare la strada giusta.
Piccola nota di merito per la storia d’amore che si prende solo un piccolo spazio nel libro ma risulta tenera e giusta, esattamente come speravo che fosse, senza oscurare l’argomento principale ovvero il found family. Devo dire che questa famiglia è davvero particolare, ma mi è rimasta impressa in modo davvero piacevole 💙

Sebbene non ci vengano date particolari spiegazioni per quanto riguarda le creature magiche e la magia in sè in questo mondo così simile al nostro, il libro compensa con ambientazioni, descrizioni di luoghi, profumi e colori facilmente paragonabili a quelli di una fiaba fuori dal tempo con un pizzico di stranezza alla Neil Gaiman o Tim Burton. Ho apprezzato molto come tutto sembrasse vivido e a volte frenetico, tanto che spesso mi sono ritrovata a pensare che questa storia sarebbe perfetta per un film Pixar 😂

Se durante una brutta giornata cercate qualcosa che vi tiri su di morale, questo è il libro perfetto. Se avete un po’ perso la fiducia in voi stessi o negli altri, questo è il libro perfetto. Se cercate un libro senza troppe pretese che vi strappi un sorriso e un awwwww ogni due righe… questo è il libro perfetto!

🌻 Si conclude qui la mia recensione, ma vi ricordo che ne sono già uscite due e ne sono in programma altre quattro! Vi lascio qui sotto i nomi di chi partecipa con me all’evento, non perdetevi i loro articoli!

Lunga vita e prosperità 🖖🏻

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Avatar – La Ricerca | Recensione #ReviewParty #AvatarGaangTour 🔥

Puoi acquistare il fumetto qui!

INFO

Titolo: Avatar – La Ricerca
Autori: Gene Luen Yang (autore), Gurihiru (illustratrici)
Genere: Fantasy
Target: middlegrade (6-13 anni)
Casa Editrice: Tunuè
Traduzione: Annalisa Zignani
Data di Pubblicazione: 11 febbraio 2021
Pagine: 224
Prezzo: 16.90 euro

TRAMA

Dopo il successo di vendite e di riscontri del primo graphic novel Avatar – The last Airbender. La promessa che non ha tradito le aspettative degli appassionati, ecco il secondo libro della fortunata saga.
Chi è la mamma di Zuko e che fine ha fatto?
Finalmente la risposta alla domanda che tutti i fan di Avatar si sono sempre chiesti. Trovato finalmente un indizio, Zuko chiede l’aiuto del team Avatar e dell’alleato più improbabile di tutti, la temibile sorella Azula sua arcinemica, per aiutarlo a scoprire il più grande segreto della sua vita.

⚠️ L’edizione italiana di questo libro mi è stata gentilmente fornita in anteprima dalla casa editrice, che ringrazio, per la mia tappa del Blog Tour e del Review Party organizzato da Valentina, a cui sono immensamente grata per avermi permesso di partecipare. Pertanto ci tenevo a precisare che qui troverete esclusivamente le mie sincere opinioni e idee e che questo progetto a cui partecipo non ha in alcun modo influenzato quello che ho scritto.

RECENSIONE

⚠️ Questa recensione è SPOILER FREE per quanto riguarda il fumetto ma CONTIENE SPOILER della serie animata, inquanto ambientato dopo il finale di quest’ultima!!!

Il mio voto: 5 stelle su 5 ⭐⭐⭐⭐⭐

Se volete leggere anche la mia recensione del primo volume la trovate qui! 🧡

Sono davvero contenta di aver avuto la possibilità di leggere anche questo secondo fumetto, perchè ormai mi sono affezionata tantissimo a questa serie (animata e non) e ai suoi personaggi!
In questo caso ho apprezzato ancora di più la graphic novel rispetto al volume La Promessa, probabilmente perchè tratta tematiche che mi stanno più a cuore e ho sentito maggiormente un coinvolgimento emotivo.
Ancora una volta sono rimasta molto colpita da come questi fumetti, che sono la continuazione del cartone animato, rispecchino perfettamente quello che è lo spirito della serie. Leggendo queste pagine mi sembrava veramente di stare guardando una puntata e infatti la lettura è volata in un attimo.
Anche i personaggi hanno rispecchiato pienamente quelli rappresentati sullo schermo, forse addirittura di più rispetto a quelli del volume precedente e la cosa mi ha fatto molto piacere, senza contare che qui troviamo un ulteriore sviluppo delle loro personalità, in particolare quella di Zuko e di sua sorella Azula.
D’altra parte la trama stessa è incentrata su di loro e sulla ricerca della madre perduta, di cui finalmente vengono svelati i segreti che tanto stavamo aspettando.

Il personaggio di Ursa mi ha sempre affascinata molto e sono stata felice di conoscere la sua storia. Ho apprezzato molto come è stato gestito il suo percorso e come l’autore ha scelto di rappresentarla. Tante scene tra lei e Zuko mi hanno commossa e, sebbene forse io non avrei preso alcune delle sue decisioni, comprendo il suo dolore e la sua paura ma soprattutto i suoi dubbi. Ho amato il suo rapporto con un altro personaggio, il suo amore per i suoi bambini e il suo carattere forte e deciso. Molto carino anche il plot twist, mi ha intenerita tantissimo e un po’ tutta la sua vicenda mi ha stretto il cuore, sia in positivo ma anche per la sofferenza 🤣
In più attraverso di lei si ha la possibilità di conoscere meglio il personaggio di Azula, sicuramente uno dei più tormentati insieme a Zuko. Trovo che tutti i personaggi di Avatar abbiano una crescita nel corso della serie, ma penso che i due fratelli siano stati rappresentati con un carattere più complesso e ricco di sfaccettature. In questo caso si percepisce chiaramente che entrambi hanno dei dubbi sul loro futuro e su chi vorrebbero essere, con la differenza che Zuko ha tante persone al suo fianco pronte ad aiutarlo e guidarlo verso un cambiamento sempre più positivo, mentre Azula, essendo sola e subendo da sempre la pressione del padre, ha chiaramente intrapreso un percorso di autodistruzione che rischia di portarla alla pazzia attraverso delle allucinazioni visive e alcune false certezze che si sono radicate in lei nel corso del tempo. Sono rimasta piuttosto colpita da come è stato scelto di rappresentare così graficamente la sua situazione mentale dato che si tratta di un prodotto principalmente per bambini.
Ma d’altra parte non è la prima volta che Avatar mi sorprende portando all’attenzione di chi lo guarda/legge tematiche serie ed importanti con semplicità ed accuratezza.

Anche in questo caso, sfruttando la storia di Ursa e dei figli, il legame tra Sokka e Katara e quello tra due nuovi personaggi, l’autore propone alcune interessanti riflessioni sul rapporto tra fratelli e sull’importanza di avere una famiglia al proprio fianco, non per forza di sangue ma più che altro qualcuno che ti supporta e ti resta vicino durante i momenti di difficoltà. Inoltre ho apprezzato tantissimo anche le tematiche dell’identità e delle maschere che ognuno di noi indossa ogni giorno, affrontata tramite la presenza dello spirito della foresta presente nel fumetto, e delle difficili scelte che a volte la vita ci mette davanti.
Leggere Avatar si rivela sempre un’esperienza ricca di insegnamenti validi sia per i più grandi che per i più piccini, il tutto condito con una buona dose di umorismo, un setting sempre incantevole e suggestivo e personaggi indimenticabili. Rimango sempre colpita dalla rappresentazione del regno degli Spiriti e dall’originalità del mondo di Avatar.

In questo secondo volume mi è mancata molto la presenza di Toph, ma sono stata felice di ritrovare il solito Aang buono e volenteroso, che secondo me era un po’ venuto a mancare nel primo fumetto. Qui, Aang ha un ruolo quasi secondario ma riesce comunque a spiccare grazie alle sue abilità di Avatar e al suo buon cuore.

Per quanto riguarda il finale, dal mio punto di vista è stato un po’ troppo affrettato. Avrei preferito un vero confronto tra i figli e la madre e soprattutto avrei voluto vedere quello tra Azula e Ursa, mentre non c’è stato un vero e proprio dialogo ma solo un susseguirsi di scene molto veloci. Non ho voluto farmi spoiler quindi può essere che la situazione verrà portata avanti nei prossimi volumi, dunque sono davvero curiosa di sapere come si evolverà la cosa. Sento di non essere pienamente soddisfatta, anche se ho avuto tante risposte.
Nonostante il finale però, ho voluto comunque dare il massimo dei voti perchè trovo che il prodotto sia ottimo e mi ha fatta emozionare tantissimo, ridere e riflettere. Lo consiglio assolutamente a tutti i fan della serie!

🌻 Concludo qui la mia recensione, ma nei prossimi giorni uscirà sul mio profilo instagram Sylexlibris un approfondimento su uno dei personaggi! Mi raccomando non perdetevi il post e trovere il resto nelle storie in evidenza!
🌻 Vi ricordo inoltre che l’evento è iniziato venerdì e proseguirà per una settimana! Usciranno tanti approfondimenti e altri pareri sul fumetto, quindi vi lascio qui sotto i nomi e i link dei miei compagni di avventura!


🔥 Valentina 🔥 Silvia 🔥 Martina 🔥 Lu 🔥 Larisa 🔥 Giada 🔥 Roberta 🔥 Cecilia 🔥 Virginia 🔥 Ale 🔥 Fra 🔥 Davide

Lunga vita e prosperità 🖖🏻

Pubblicato in: Collab

Il Canto di Calliope | Recensione #ReviewParty 🔱

Titolo: Il Canto di Calliope
Autrice: Natalie Haynes
Genere: Retelling
Target: Adulti
Casa Editrice: Sonzogno
Traduzione: Monica Capuani
Data di Pubblicazione: 21 gennaio 2021
Pagine: 384
Prezzo: 17.10 euro
Trigger Warning: suicidio, omicidio. violenza sui bambini, violenza, violenza sessuale, schiavitù, sessismo


Trama (presa dal sito della casa editrice):
Una donna sola corre nella notte, intorno a lei la sua città che brucia. Fuori dalle mura, la regina e altre sventurate attendono un destino che verrà deciso dai vincitori. È la caduta di Troia. Dieci interminabili anni di guerra sono giunti alla tragica conclusione, mentre le avventure dei protagonisti andranno a ispirare, nei secoli a venire, le opere di artisti e scrittori. «Cantami o Musa» invoca il sommo poeta Omero, che ha raccontato le gesta degli eroi. Ma Calliope, musa della poesia epica, questa volta è meno accomodante: è convinta che non tutto sia stato narrato, che qualcosa di fondamentale, legato alle figure femminili, manchi ancora per completare l’affresco. Se il bardo vuole che lei canti, allora lei canterà insieme a tutte le donne coinvolte nella grande tragedia. Dando voce a ciascuna di loro, Calliope prende in mano la storia e ce la racconta da una nuova prospettiva. Ecco Andromaca, Cassandra, Pentesilea, Clitennestra, che vengono alla ribalta, con i loro pensieri, con i complicati risvolti psicologici delle loro scelte, con la sete di vendetta, la solitudine, la dignità di fronte alla morte. E poi tutte le altre, da Penelope a Briseide, da Creusa a Ifigenia, dalle troiane che, vinte, saranno rese schiave, alle greche che attendono il rientro dei loro uomini, senza dimenticare le capricciose divinità che governano le sorti dei mortali. Attingendo alle fonti antiche, anche le meno note, Natalie Haynes rivisita una delle più grandi narrazioni di tutti i tempi, facendoci palpitare di commozione accanto alle leggendarie eroine, e trasmettendoci il sentimento vivo di come la guerra di Troia e la sua epopea appartengano alle donne non meno che agli uomini.

⚠️ L’edizione italiana di questo libro mi è stata gentilmente fornita in anteprima dalla casa editrice, che ringrazio, per la mia tappa del Review Party organizzato da Valeria, a cui sono immensamente grata per avermi permesso di partecipare e per aver creato le grafiche per l’evento. Pertanto ci tenevo a precisare che qui troverete esclusivamente le mie sincere opinioni e idee e che questo progetto a cui partecipo non ha in alcun modo influenzato quello che ho scritto.

⚠️ Questo articolo è SPOILER FREE!!

Il mio voto: 3.8 stelle su 5 ⭐⭐⭐


Sono sempre stata una grandissima appassionata di mitologia ed epica greca e quando ho saputo dell’uscita di questo libro sapevo che presto o tardi lo avrei avuto tra le mani.
Inoltre non mi informo mai troppo sulle letture che mi interessano perchè voglio aprire la prima pagina senza sapere esattamente cosa andrò a leggere, perciò non sapevo se si trattasse di un romanzo o di un saggio o un misto tra le due cose.
Questo retelling parte con l’apparizione della Musa Calliope che si sente chiamata in causa dall’autore e, nel caso di questo romanzo, sceglie di ispirarlo per raccontare la storia di tutte quelle donne che nel vero poema ci sono ma vengono sempre lasciate ai margini della scena. In questo modo il lettore si ritrova a vivere alcune delle scene più salienti della Guerra di Troia, dei suoi momenti precedenti e di ciò che accadde dopo. In mezzo ad essi, Natalie Haynes inserisce numerose riflessioni, spesso portate a galla da Calliope stessa, su come la guerra influisca sia sugli uomini che sulle donne e su come anche quest’ultime siano forti e coraggiose, anche se nessuna di loro impugna un’arma, eccetto qualche eccezione.
Mi è piaciuto molto il modo in cui ha scelto di parlare di queste donne e di dare voce ai loro pensieri tristi e spaventati, ma sempre carichi di emozione e con cui è impossibile non empatizzare. Anche il personaggio apparentemente più distante da noi riuscirà a parlarci in qualche modo.

“A war does not ignore half the people whose lives it touches. So why do we?”

Sono rimasta piacevolmente sorpresa dalla quantità di donne che la Haynes ha voluto portare tra le pagine di questo libro. Pensavo che mi sarei ritrovata a leggere di Andromaca, Ecuba, Criseide e Briseide…i classici personaggi che tutti conoscono grazie all’infarinatura dell’Iliade fatta al liceo. Invece l’autrice ha spaziato tantissimo, proponendo anche i pensieri delle figure più famose dell’Odissea e dell’Eneide, come Penelope e Creusa, per poi passare a tanti altri nomi di cui i testi originali ci dicono poco e niente, senza escludere nemmeno le divinità.
Ovviamente alcuni avvenimenti trattati sono già ben noti al lettore, come la sfida della mela d’oro tra Era, Afrodite e Atena, il sacrificio di Ifigenia o il ritiro di Achille dalla guerra per via di Agamennone, ma l’autrice è riuscita a riproporre ogni scena in modo che risultasse comunque interessante, dato che il punto di vista è nuovo e differente da quello originale.
Sono rimasta colpita anche dal numero di fonti utilizzate, alcune decisamente inaspettate come Tucidide, mentre altre mi hanno emozionata molto, dato che amo tantissimo alcune delle tragedie greche da cui ha preso spunto la Haynes. Quella sicuramente più citata è Le Troiane di Euripide, che ha utilizzato come filo conduttore per tutto il libro e come intermezzo tra un racconto e l’altro, quasi come se volesse riprendere la struttura della tragedia con il narratore, il coro e i vari atti. Ho apprezzato moltissimo come abbia reso fluente ogni racconto, unendolo agli altri attraverso piccoli dettagli.

“But this is a women’s war, just as much as it is the men’s, and the poet will look upon their pain – the pain of the women who have always been relegated to the edges of the story, victims of men, survivors of men, slaves of men – and he will tell it, or he will tell nothing at all. They have waited long enough for their turn.”

Si tratta di un libro che tratta tematiche difficili e molto serie e presenta alcune scene davvero difficili da sopportare, ma trovo che ognuna di essere abbia anche uno scopo educativo e che Natalie Haynes abbia sfruttato determinate situazioni per portare all’attenzione del lettore il concetto che la guerra è atroce in ogni forma, in ogni epoca e non lascia scampo né ai vincitori né ai vinti. Nonostante questo elemento piuttosto pesante, ho trovato anche quelle pagine cariche di una rara bellezza e spesso mi sono commossa nel leggere le storie delle ragazze e delle donne coinvolte, poichè ad ognuna di loro è stato tolto qualcosa.
Mi sono piaciuti i ritratti di tutte loro e anche quelli di alcuni uomini, in particolare Odisseo, perchè nessuno di loro viene edulcorato in alcun modo e ci vengono presentati in egual misura sia i difetti che i pregi dei personaggi rendendoli estremamente umani, nessuno escluso.
I miei racconti preferiti sono stati quello di Criseide, a cui l’autrice ha aggiunto alcune parti inventate non avendo trovato fonti a sufficienza e quindi rendendolo nuovo ai miei occhi, quello di Cassandra, descritta secondo me magistralmente, e quello di Andromaca che è sempre stata uno dei miei personaggi preferiti dell’epica greca.

“When a war was ended, the men lost their lives. But the women lost everything else.”

Purtroppo ci sono stati anche alcuni elementi che non mi sono piaciuti particolarmente, in primis le parti di Penelope. Quando mi sono accorta che ci sarebbe stata anche lei ero veramente entusiasta di sapere come l’autrice avrebbe reso il suo racconto, i suoi pensieri e la sua figura. Quando però li ho potuti finalmente leggere sono rimasta un po’ interdetta. Durante i suoi capitoli traspare sicuramente la preoccupazione e la frustrazione della donna per la mancanza del marito, con cui è difficile non empatizzare, e sotto certi aspetti sarebbe stato interessante leggere le lettere che lei manda a Odisseo nel corso del tempo, ma all’interno di queste lettere non c’è niente che mi abbia permesso davvero di conoscere il suo personaggio. Penelope si limita a raccontare e a riassumere le avventure del marito allo stesso Odisseo e, a parte il fatto che trovo piuttosto inutile a livello pratico descrivere a lui un avvenimento che ha letteralmente vissuto sulla propria pelle, sono rimasta delusa da questa scelta. Anche le altre donne parlano degli uomini che girano attorno alle loro vicende, ma non in modo così esteso togliendo spazio a loro stesse.
Altra cosa che non mi ha convinta, ma qui ci spostiamo su un gusto puramente personale, è il fatto che le parti della Musa e delle Dee risultano quasi comiche attraverso alcune frasi e situazioni proposte. Facendo qualche ricerca ho notato che è un espediente piuttosto utilizzato dall’autrice, che è solita spiazzare il lettore con questi cambi repentini, ma io non ho apprezzato particolarmente l’idea. Capisco il suo voler rendere capricciose e volubili le creature immortali perchè penso sia il modo migliore per rappresentarle, ma avrei preferito che il registro rimanesse lo stesso in modo che il libro risultasse più equilibrato e, a mio parere, molto più di effetto. Posso anche comprendere il distacco tra disperazione e comicità, perchè magari qualcuno preferisce tirare un sospiro di sollievo tra una tragedia e l’altra, ma per me in questo modo il romanzo perde qualcosa e io mi sono trovata disorientata dalle battute sulla civetta di Atena (non è un doppio senso tranquilli) dopo aver appena letto delle violenze subite da Cassandra.

“Sing, Muse, he said, and I have sung. I have sung of armies and I have sung of men. I have sung of gods and monsters, I have sung of stories and lies. I have sung of death and of life, of joy and of pain. I have sung of life after death. And I have sung of the women, the women in the shadows. I have sung of the forgotten, the ignored, the untold.”

Nonostante queste due piccole cose comunque, trovo che Il Canto di Calliope sia un romanzo prezioso e soprattutto perfetto per chiunque è innamorato dell’epica greca e dei suoi personaggi 🧡

Lunga vita e prosperità 🖖🏻

Pubblicato in: Collab

Piranesi | Recensione #ReviewParty 🏛️

Puoi acquistare il libro qui!

Titolo: Piranesi
Autrice: Susanna Clarke
Genere: Realismo magico
Target: Adulti
Casa Editrice: Fazi Editore (Lainya)
Traduzione: Donatella Rizzati
Data di Pubblicazione: 4 febbraio 2021
Pagine: 268
Prezzo: 16.50 euro
Trigger Warning: reclusione, salute mentale, morte





Trama (presa dal sito Fazi Editore):
Piranesi vive nella Casa. Forse da sempre. Giorno dopo giorno ne esplora gli infiniti saloni, mentre nei suoi diari tiene traccia di tutte le meraviglie e i misteri che questo mondo labirintico custodisce. I corridoi abbandonati conducono in un vestibolo dopo l’altro, dove sono esposte migliaia di bellissime statue di marmo. Imponenti scalinate in rovina portano invece ai piani dove è troppo rischioso addentrarsi: fitte coltri di nubi nascondono allo sguardo il livello superiore, mentre delle maree imprevedibili che risalgono da chissà quali abissi sommergono i saloni inferiori.
Ogni martedì e venerdì Piranesi si incontra con l’Altro per raccontargli le sue ultime scoperte. Quest’uomo enigmatico è l’unica persona con cui parla, perché i pochi che sono stati nella Casa prima di lui sono ora soltanto scheletri che si confondono tra il marmo.
Improvvisamente appaiono dei messaggi misteriosi: qualcuno è arrivato nella Casa e sta cercando di mettersi in contatto proprio con Piranesi. Di chi si tratta? Lo studioso spera in un nuovo amico, mentre per l’Altro è solo una terribile minaccia. Piranesi legge e rilegge i suoi diari ma i ricordi non combaciano, il tempo sembra scorrere per conto proprio e l’Altro gli confonde solo le idee con le sue risposte sfuggenti. Piranesi adora la Casa, è la sua divinità protettrice e l’unica realtà di cui ha memoria. È disposto a tutto per proteggerla, ma il mondo che credeva di conoscere nasconde ancora troppi segreti e sta diventando, suo malgrado, pericoloso.

⚠️ L’edizione italiana di questo libro mi è stata gentilmente fornita in anteprima dalla casa editrice, che ringrazio, per la mia tappa del Review Party organizzato da Franci, a cui sono immensamente grata per avermi permesso di partecipare. Pertanto ci tenevo a precisare che qui troverete esclusivamente le mie sincere opinioni e idee e che questo progetto a cui partecipo non ha in alcun modo influenzato quello che ho scritto.
Ringrazio inoltre la casa editrice anche per le bellissime grafiche create per l’evento ♡

⚠️ Questo articolo è SPOILER FREE!!

Il mio voto: 4.5 stelle su 5 ⭐⭐⭐⭐

Mi trovo un po’ in difficoltà a recensire questo libro, a causa della sua indubbia particolarità.
Ammetto che quando ho iniziato a leggerlo non avevo idea di che cosa mi sarei trovata davanti. Non avevo cercato informazioni di alcun tipo e leggendo solo la trama non è chiaro che cosa si andrà a leggere precisamente. Onestamente mi aspettavo tutto un altro tipo di svolgimento e questo in parte ha alimentato la mia profonda fascinazione per questo romanzo e penso che sapere già quale sarà l’argomento centrale che si cela tra le pagine tolga qualcosa all’esperienza di lettura. E’ in effetti uno dei motivi per cui mi trovo in difficoltà adesso, non vorrei svelare troppo perchè penso che chi legge debba arrivare alle cose poco per volta. Una cosa che mi ha colpita profondamente di Piranesi infatti è il modo in cui più va avanti e più sembra diventare un libro molto più profondo di quello che si crede. Con le prime pagine cresce la curiosità, poi verso la metà si comincia a delineare un mistero inaspettato e il lettore è smanioso di sapere. Chiuso il romanzo invece, non riesci a fare a meno di riflettere più attentamente su che cosa hai letto.
Qual è il vero argomento di cui tratta Piranesi?

Sicuramente il suo focus principale sono l’ambientazione suggestiva e onirica, che il protagonista conosce così bene ma che continua a rivelargli pian piano nuovi elementi. Mi sono lasciata totalmente affascinare dalla Casa, dai suoi saloni pieni di statue e dalle maree. In secondo luogo, Piranesi. Un personaggio complesso che inizialmente facevo fatica a comprendere del tutto ma di cui non riuscivo ad ammirare la sua gentilezza nonostante la condizione in cui era. Pian piano ho cominciato ad apprezzare la sua curiosità e meticolosità che sono una delle chiavi fondamentali per districare il mistero che si cela dietro la sua storia.
Mistero, in effetti, che alla fine si rivela quasi già chiaro più o meno a metà libro. Questo mi ha sorpreso, perchè mi aspettavo di stare leggendo uno di quei romanzi che diventano chiari solo nell’ultima pagina. Nonostante questo però sono comunque rimasta molto curiosa per quanto riguarda il destino di Piranesi. Che cosa gli sarebbe successo? Sarebbe uscito dalla Casa? E per fare cosa? Che ripercussioni avrebbe avuto sulla sua psiche già fragile?
Leggendo questo romanzo ti ritrovi a porti, riga dopo riga, un milione e più di domande. Domande semplici sulla trama, domande più ampie e generiche, domande sui personaggi o sulla figure che appaiono… e non a tutte l’autrice sceglie di dare una risposta. Una in particolare mi sta facendo davvero ammattire e se mai incontrerò Susanna Clarke la scuoterò violentemente e la supplicherò di darmi una risposta.

Penso che questo libro abbia moltissime chiavi di lettura diverse e che ognuno possa interpretarlo come meglio crede. C’è chi lo legge come un normale romanzo fantasy con un mistero da risolvere da parte del protagonista, io invece preferisco pensare che Piranesi sia in realtà una grande metafora su cui riflettere. Infondo gli altri personaggi che appaiono non sono particolarmente approfonditi, fanno da contorno al protagonista e alla sua Casa e girano continuamente attorno a loro. Piranesi stesso potrebbe essere un simbolo o un messaggio. Una volta finito il libro non ho resistito e sono andata su internet a cercare tutte le varie teorie e riflessioni dei lettori e sono rimasta invischiata in una rete infinita di possibilità incredibilmente interessanti (potete trovare una delle discussioni qui, in inglese, ma vi suggerisco di leggerla solo a lettura conclusa). C’è chi dice che Piranesi rappresenti la salute mentale dell’uomo, chi afferma che invece lui è il simbolo della malattia, e altri convinti che la Casa stessa sia solo la personificazione della malattia mentale stessa di Piranesi e che lui non si trovi mai davvero all’interno di un luogo fisico. E’ davvero molto interessante e si potrebbero passare ore a discutere sui significati reconditi di questo libro, oltre al fatto che è avvincente e molto corto, dunque incredibilmente scorrevole. Ho apprezzato tantissimo lo stile di Susanna Clarke, per niente pesante a parer mio. Ero un po’ preoccupata inizialmente perchè so che il suo romanzo Jonathan Strange & Il Signor Norrell viene spesso criticato per la sua lentezza (se lo avete letto fatemi sapere).

Per quanto riguarda il finale, mi è piaciuto. Anche in questo caso potrebbero esserci molteplici significati dietro ma non voglio svelarvi nulla. Ho apprezzato moltissimo la scena finale, è stata sicuramente quest’ultima che mi ha fatto riflettere seriamente su che cosa avevo appena finito di leggere. Il paragone che Piranesi fa tra le sue amate statue e altri soggetti mi ha fatto arrivare effettivamente alla conclusione che forse quello che si può estrapolare da questo romanzo è un’allegoria della vita, dell’umanità, dei nostri istinti più profondi, dell’identità individuale e della dura lezione secondo la quale non sempre tutte le domande hanno una risposta.
Si tratta di un romanzo sicuramente intriso di magia, di fascinazione e di ottimi spunti di riflessione. Non ho dato il massimo dei voti perchè non credo di averlo compreso del tutto, ma infondo forse non è possibile ed è proprio quello il bello.
Lasciatevi trascinare e lo amerete.

🌻 Vi invito a dare un’occhiata anche alle altre recensioni dellə miə fedeli compagnə di avventura che usciranno nei prossimi giorni, trovate i loro nomi e le date nel banner qui sotto!

Lunga vita e prosperità 🖖🏻

Pubblicato in: Personale

Recap Libroso 2020 | I libri che mi hanno delusa 📚

Salve readers! Come promesso, ecco qui la seconda parte del mio recap libroso del 2020, dove parleremo un po’ dei libri che purtroppo non mi sono piaciuti durante l’anno.
Ho avuto fortuna in realtà, perchè sono infinitamente meno rispetto a quelli che mi sono piaciuti, quindi la lista sarà un po’ più breve!

Vorrei fare però una premessa prima di iniziare: ognuno di noi lettori/lettrice ha gusti differenti che spaziano tra generi, tropes, stili di scrittura e personaggi molto diversi tra loro ed è perfettamente normale non avere sempre le stesse opinioni su un libro. Se troverete in questo elenco alcuni dei vostri libri preferiti mi sembra scontato dire che non è mia intenzione offendere voi o gli autori, ma semplicemente sto esprimendo un parere puramente personale su ciò che, evidentemente, non è nelle mie corde.
Mi piacerebbe non dover sottolineare queste cose, ma ho visto di tutto su internet quando le persone si sentono attaccate, quindi ci tenevo a specificare e a chiarire.
Per favore, vi prego, non venite a scrivermi cose tipo “guarda che secondo me questo libro ti piacerebbe, magari se lo rileggi…” perchè non rispettereste la mia opinione. Sono sempre aperta la dialogo ovviamente e potrei parlare per ore di qualsiasi libro che ho letto, ma non bisogna mai pretendere di avere ragione a tutti i costi ✌🏻

Detto questo, partiamo con i miei 13 libri peggiori del 2020 (che razza di numero è 13?Non lo so, ma sono usciti fuori così!🤣). Specifico che in questo caso l’ordine è casuale, anche perchè a molti di questi libri ho dato lo stesso voto:

💔 Crier’s War di Nina Varela:
Come spesso mi è capitato quest’anno, alcuni libri in cui sono incappata non hanno dei veri e propri difetti specifici, ma leggendo la trama non mi sono resa conto che forse ormai il loro tempo era passato, dato che i miei gusti sono cambiati moltissimo negli ultimi anni. Crier’s War non ha cose particolari che non vanno, semplicemente ho trovato la trama molto banale perchè di base ripropone delle situazioni che ho già incontrato mille volte nei milioni di young adult che ho letto quando ero, appunto, una giovane lettrice. Anche i personaggi non mi hanno colpita, ho bisogno di una caratterizzazione molto maggiore ormai per riuscire ad interessarmi veramente. Lo stile inoltre era un pò ripetitivo, ma visto che si tratta di un esordio sono certa che l’autrice migliorerà! Ho tantissimi libri in tbr e non voglio perdere il poco tempo che ho leggendo un libro che troverei sicuramente noioso, quindi ho deciso di non continuare la saga.

💔 Il Priorato dell’Albero delle Arance di Samantha Shannon:
Sebbene questo non sia l’esordio fantasy più brutto che io abbia mai letto, ho trovato diverse caratteristiche che non mi hanno permesso di amare il libro come speravo. Innanzitutto viene venduto come un libro per adulti, ma leggendolo l’ho trovato più simile ad uno young adult dato che alla fine l’intreccio di trama è piuttosto semplice. Inoltre mi aspettavo di vedere dei draghi ma, sebbene io sia convinta che ogni autore possa gestire le creature fantastiche come preferisce senza rimanere legato a quelle tradizionali, questi ultimi sono apparsi piuttosto poco. La battaglia finale me l’aspettavo grandiosa e ricca di colpi di scena, ma si è conclusa in poche pagine e chiusa l’ultima pagina non ero per niente convinta del percorso che avevano fatto i personaggi o della loro crescita. Anche il ritmo del libro mi ha lasciata un pò perplessa…insomma questo libro mi ha confuso, non è terribile ed è scorrevole, ma purtroppo è anche mediocre dal mio punto di vista. Si poteva fare sicuramente di meglio 💪🏻

💔 Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters:
Non ero sicura di voler inserire qui questo libro, a dire la verità. Si tratta di poesie, che spesso amo, ma arrivata ad un certo punto mi stavo annoiando davvero molto. La mia indecisione si basa sul fatto che questo tipo di raccolte secondo me andrebbero analizzate e studiate per poterle comprendere nel modo più giusto, per riuscire a leggerne le sfumature e i significati. Io invece mi sono lanciata sulla letture senza guardare in faccia nessuno e probabilmente non ho capito il significato reale di quest’opera limitandomi a leggere poesia dopo poesia senza farmi domande. Forse mi sono abituata troppo alla poesia moderna di Rupi Kaur, che amo tantissimo e che mi parla sempre al cuore senza bisogno di analisi approfondite, perchè è immediata e concisa. Dovrei rifare un tentativo ma cercando online un’analisi seria.

💔 The Magpie Lord di K. J. Charles:
Credo che questa sia stata una delle letture che più mi ha delusa, perchè ero sicura che fosse il genere di libro che avrei amato, ma invece è stato l’esatto opposto. Non riuscivo ad interessarmi alla trama o a quello che succedeva ai personaggi. Gli stessi protagonisti non mi dicevano niente di che, a volte mi capitava di confonderli perchè la noia mi faceva perdere il filo del discorso 🤣 Alla fine ero parecchio frustrata e alcune scene non mi hanno aiutata a farmelo piacere di più. In realtà credo che questo dipenda esclusivamente da me: non ho mai avuto problemi con le scene di sesso nei libri, perchè la trovo una cosa naturale e normale da mostrare. C’è che sceglie di accennare la cosa e chi invece decide di mostrare l’atto in sè e non c’è niente di male in questo. Con il passare del tempo però ammetto di preferire scene di questo tipo solo se raccontate in modo delicato o comunque con un lessico più ricco e meno semplice e diretto. Mi succede di storcere il naso perfino con una delle mie serie preferite ormai sigh, anche se Whyborne&Griffin è comunque uno dei migliori paranormal romance lgbt+ su piazza e niente mi farà cambiare idea perchè loro si che sono bellissimi 💞

💔 Il Re Malvagio di Holly Black:
Torniamo più o meno alle stesse motivazioni di Crier’s War (le vedrete ancora). In questo caso però questi libri sono davvero corti e avevo già deciso che sarei andata infondo a questa serie perchè ho un bel ricordo di Holly Black e non voglio abbandonarla nonostante la saga de Il Popolo dell’Aria non rientri più tra i miei gusti librosi. Inoltre non vado affatto d’accordo con al protagonista e con un mucchio di altri personaggi, ma c’è Cardan che salva la situazione. Non posso dire di essere una fan di questa saga, ma ho sviluppato una stranissima ossessione per Cardan che è così stupido e carino con la sua codina ciuffosa. Ormai è praticamente l’unico motivo per cui arranco verso la conclusione di questa trilogia.

💔 La Spada del Destino di Andrzej Sapkowski:
Nel mio cuore sapevo che sarebbe andata così. Avevo già abbandonato tantissimi anni fa la saga di Geralt di Rivia, ma presa dall’esaltazione per la serie tv che ho amato tantissimo ho deciso di fare un altro tentativo. Con il primo libro è andata bene, me lo ricordavo e ricordavo anche che mi fosse piaciuto molto. Con questo secondo…ugh. Il mio problema principale è lo stile dell’autore, non lo trovo per niente appassionante, è così strano e mi stavo addormentando con i libro sul naso! Tutto ad un tratto ho ricordato perchè avevo deciso di abbandonare la nave e penso proprio che lo farò anche sta volta. A meno che non mi vengano in soccorso gli audiolibri, perchè mi piacerebbe sapere alcune cose sui personaggi a cui comunque sono affezionata…ma non sono troppo convinta.

💔 Malice di John Gwynne:
Un mattone che decisamente non finiva mai. Troppi nomi, troppi personaggi che continuavo a trovare inutili, non sono riuscita ad affezionarmi a nessuno di loro e non mi interessava affatto cosa stesse succedendo a loro o alla trama in sè. Inoltre anche in questo caso lo stile non mi ha fatta impazzire, è impersonale e mi sembra piatto. Forse me la vado a cercare perchè i miei gusti stanno diventando difficili, ma con questa serie non voglio demordere. In tanti dicono che migliori con il proseguire dei libri quindi okay va bene, proseguiamo! Sono dei bei mattoni ma mi impegnerò e per fortuna Nelyafinwee è con me in questa impresa altrimenti sento che cederei al primo sentore di noia.

💔 The Lady’s Guide to Petticoats and Piracy di Mackenzi Lee:
Altra delusione cocentissima del 2020, visto che al libro precedente avevo dato il voto massimo. Probabilmente non è andata bene perchè la protagonista non mi è mai stata troppo simpatica e, sebbene abbiamo delle piccole cose in comune, per la maggior parte del tempo non sono riuscita ad entrare in sintonia con lei o con le sue compagne di avventure. Le brevi apparizioni di Percy e Monty, protagonisti del primo volume, sono state una benedizione per me. Inoltre ero un pò perplessa per quanto riguarda una cosa che succede verso la fine che non mi ha convita. Nel primo libro c’era qualcosa di simile, ma penso che qui l’effetto risulti un po’ troppo esagerato per i miei gusti.

💔 Chiamami con il Tuo Nome di André Aciman:
Capisco perchè questo libro (con annesso film) abbia affascinato così tante persone. La prosa indubbiamente è notevole, sembra continuamente di essere in un bel sogno, ed è perfetta per trasmettere emozioni profonde e travolgenti. Il problema è che se ripenso ad alcune scene, un paio in particolare, e a certi comportamenti del protagonista l’unica parola che mi viene in mente è cringe. Sono letteralmente rabbrividita alla sola idea che alcune delle cose descritte in questo libro potrebbero succedere nella realtà. Comprendo la voglia di sperimentare di Elio, che si affaccia per la prima volta alla sua sessualità e ad un profondo desiderio e penso che sia vero che spesso i sedicenni vivono il primo amore come se fosse letteralmente l’apice della loro vita, ma se io mi trovassi ad avere a che fare con lui o con Oliver dopo aver letto le due scene a cui sto pensando in questo momento, non lo troverei romantico. Scapperei a gambe levate! *brividini*

💔 Winter di Marissa Meyer:
Un altro titolo di questa lista che fa male al cuore. Per carità, è un po’ colpa mia che ho aspettato così tanto tempo per concludere la saga delle Cronache Lunari, che ho amato, ma in ogni caso anche se per Winter vale sicuramente la regola del “Ho cambiato gusti quindi non sei tu, sono io”, non posso non aggiungere che in questo libro ci sono secondo me una marea di scene inutili che si ripetono all’infinito solo per poi arrivare a quello a cui io, lettrice ormai attempata, ero già arrivata a pagina due. Ed è davvero difficile che io riesca ad indovinare qualcosa nei libri, dico sul serio. Lo ammetterò qui ed ora: ad un certo punto ho cominciato a leggere solo i dialoghi perchè non ce la facevo più, ma capivo comunque cosa stava succedendo perchè non c’era niente di inaspettato o che mi abbia un minimo sorpresa. Io amo questi personaggi, li amo davvero tanto e li ricorderò con affetto, quindi farò anche finta che questo ultimo volume non esista.

💔 Dormire in un Mare di Stelle (volume uno) di Chirstopher Paolini:
Doloroso ma vi dirò la verità non sono troppo stupita che questo libro sia qui. Christopher Paolini è il primo autore in assoluto che mi ha fatto scoprire il fantasy con la saga di Eragon. Se sono qui ora a sproloquiare come la Sgarbi dei libri è solo grazie a lui (o colpa sua a seconda dei punti di vista), quindi per me è un mostro sacro e inviolabile. Però… Già dalla trama di questo nuovo progetto scifi ero piuttosto dubbiosa, non mi interessava troppo. Essendo un libro di Paolini l’ho letto comunque, ma è stato davvero difficile arrivare alla fine. Per chi non è troppo pratico di fantascienza magari sarà risultato anche affascinante, ma io ho letto molto di meglio (Red Rising capolavoro indiscusso per dirne una). Si tratta di un libro estremamente prolisso, lento, con personaggi secondari appena accennati, protagonista infinitamente piatta e con una tipologia di world building e creature non particolarmente affascinanti. Riesco a salvare davvero poco di quest’opera e mi dispiace.

💔 Così si Perde la Guerra del Tempo di Amal El-Mohtar e Max Gladstone:
Ho parlato abbondantemente di questo libro, potete trovare qui la mia recensione. Vi dico solo che non mi sarebbe importato niente del fatto che non ci fosse neanche mezza spiegazione di ciò che stava succedendo o di cosa fosse la guerra del tempo o del perchè esistesse o che tipo di world building mi sarei trovata davanti. Sapevo già che non avrei avuto queste risposte e mi andava bene, se non fosse che non ho capito mezza parola di quello che Rossa e Blu si dicevano, non ho capito la prosa o le battute. Estrapolando alcune frasi dal contesto ammetto che sono di una notevole bellezza, ma se io mi segno una citazione voglio che mi riporti alla mente ciò che ho provato leggendo il libro e i bei momenti che ho passato a leggere delle protagoniste e del loro amore, ma in questo caso ciò che ho avuto sono stati solo caos e confusione e alla fine non riuscivo più a distinguere Rossa da Blu. E dire che le premesse erano perfette per me per millemila motivi diversi 😭

💔 I Hope You Get this Message di Farah Naz Rishi:
Ultimo libro dell’elenco, letto quasi a fine anno. Di nuovo, non è più il tipo di lettura che fa per me e penso che non abbia niente che non vada. Anzi, se amate il genere probabilmente lo troverete molto carino. Io ero un po’ esausta in quel momento perchè stavo leggendo davvero troppo e non sono riuscita a stargli dietro come avrei voluto, visto che per lo più mi stavo annoiando. Devo decisamente fare una cernita migliore dei pochi ya che mi sono rimasti in tbr 🤣

E fine!
Mi dispiace se c’è stata un’escalation di nervosismo, non so se si nota ma vi assicuro che io l’ho notato 🤣 Parlare dei libri che non sono piaciuti è più facile rispetto a quando bisogna argomentare sul perchè ci si è innamorati di una lettura, ma arrivata alla fine ho un pò i nervi a fior di pelle dopo aver ricordato tutte queste letturine entusiasmanti 🤣
Se questi libri vi sono piaciuti, ripeto, tranquillə anzi ne sono davvero felice 💜

Ci risentiamo presto, magari con un booktag chissà 👀

Lunga vita e prosperità 🖖🏻

Pubblicato in: Personale

Recap Libroso 2020 | Libri che ho Amato 📚

Salve miei fedeli lettori e buon anno! 🎉
Vi auguro che questo 2021 vi porti tantissime nuove letture, una più bella dell’altra! Io non mi posso di certo lamentare visto che le mie currently reading mi stanno dando tante soddisfazioni. Le sto amando profondamente e non vorrei mai staccarmi dalle pagine…
Ma non siamo qui per parlare dei miei momenti di sclero del mese di gennaio, bensì di quelli che mi hanno coinvolta durante tutto il 2020. Adoro follemente fare millemila recap delle letture del mese o dell’anno, quindi aspettavo con ansia questo momento!
So di essere un pò in ritardo e che sarebbe stato meglio pubblicare prima questa serie di articoli (credo saranno solo due in realtà), ma avevo bisogno del giusto slancio e di essere in forma per potervi parlare dei libri che ho amato di più in questo VentiVenti. Devo dire che sono super entusiasta di tutte le belle letture che ho fatto e infatti non sono riuscita a fare una top 10 perchè avevo troppi titoli di cui parlare 🙈

Vi presento quindi la top 20 dei miei libri preferiti del 2020! Cerherò di essere breve e sappiate che questa lista va in ordine crescente (circa) 😉
Bando alle ciance, partiamo!

💛 20. Dracula di Bram Stoker
Sono contenta che in questa lista ci sia almeno un classico. Erano anni e anni che volevo leggere l’edizione integrale di questo libro e ad ottobre mi sono fatta coraggio e ho diviso un pò la lettura con l’ascolto di un audiolibro che ho trovato su youtube. L’ho adorato! In particolare ho amato il personaggio di Mina!

💛 19. Gli Inadottabili di Hana Tooke
Questo è un middlegrade di una dolcezza unica che presenta una delle rappresentazioni del trope found family più carine di cui io abbia mai letto. Ho amato tantissimo questo gruppetto di orfanelli, ognuno con le sue caratteristiche e i propri sogni nel cassetto, e il modo in cui si supportano a vicenda. In più l’ambientazione cupa di Amsterdam rende il tutto molto più misterioso e avvincente, visto che è presente un piccolo mistero da svelare.

💛 18. When the Moon Was Ours di Anne-Marie MacLemore
Un romanzo piuttosto breve dove il realismo magico e la tematica lgbt+ sono al centro di tutto. Ho apprezzato moltissimo lo stile dell’autrice e il modo in cui viene presentato il rapporto tra i personaggi, in particolare il profondo rispetto e la comprensione che la protagonista dedica alla persona che ama. Il libro è ovviamente ricco di aspetti bizzarri e irrealistici tipici del realismo magico, che non tutti amano, ma è molto suggestivo e travolgente. Vi suggerisco caldamente di leggere la nota dell’autrice 💜

💛 17. Gli Inganni di Locke Lamora di Scott Lynch
Una delle ultime letture di questo 2020. Inizialmente ho avuto qualche problema con lo stile di questo autore, ma ho apprezzato tantissimo la sua accuratezza nel descrivere una Venezia immaginaria e oscura e il modo in cui ha presentato la figura del ladro racchiusa in Locke, che ho amato molto. E’ una lettura avvincente e divertente che alla fine è riuscita a conquistarmi e a farmi affezionare ai suoi personaggi in un modo che non credevo possibile visto il mio inizio burrascoso. Ho avuto la possibilità di leggere tutti e tre i libri finora pubblicati nello stesso mese quindi avendo fatto il pieno posso dire che è decisamente una serie degna di nota
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💛 16. Mask’d di Fiore Manni e Michele Monteleone
Opera di esordio di questa coppia che amo sotto tanti aspetti, Mask’d è la prima delle due uniche graphic novel che ho inserito in questa lista. Ho amato tutto di questo fumetto, dal colore dei disegni al tratto, alla trama avvincente, buffa e intrigante. Non vedo l’ora di sapere quali altre avventure dovranno affrontare i protagonisti, come cresceranno e come si evolverà il rapporto tra loro. Ho apprezzato tantissimo l’accenno all’elemento lgbt+ che ho trovato davvero tenero.

💛 15. Tenebre e Ossa di Leigh Bardugo
Se seguite il mio profilo instagram saprete sicuramente già che questa per me è stata una rilettura, anzi un ascolto dell’audiolibro di questo primo volume della Grisha Trilogy. Saprete anche quindi che la prima volta che lessi questo libro non mi fece impazzire, quindi sono davvero felicissima di poterlo inserire tra i preferiti del 2020. Sono riuscita ad andare oltre il timore e lo scetticismo che mi portavo dietro e ho apprezzato tantissimo lo stile di Leigh Bardugo, seppur ancora acerbo rispetto al capolavoro che ci ha portato con Sei di Corvi, l’ambientazione e in particolar modo i personaggi. Li ho amati così tanto che Mal, che durante la mia prima lettura mi era piuttosto indifferente, è diventato il mio preferito indiscusso, scalzando il mio storico favorito di questa serie!
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💛 14. L’Ascesa di Senlin di Josiah Bancroft
Questo era uno dei libri di cui attendevo di più l’uscita e sono felice di non essermi sbagliata. Sono certa che questa serie abbia in serbo grandi sorprese e ho apprezzato in particolar modo l’ambientazione steampunk, l’originalità delle vicissitudini che il protagonista deve affrontare e Senlin stesso, che ho amato fin dal primo istante, così come mi hanno colpita molto e mi hanno affascinata la figura di sua moglie Marya e il rapporto tra loro.
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💛 13. Le Diecimila Porte di January di Alix E. Harrow
Altro libro che attendevo con ansia e che non ha deluso le mie aspettative. Mi aspettavo tanto da questa lettura e in particolare dallo stile dell’autrice, che è stato probabilmente la cosa che più ho apprezzato insieme alla sottile e mai invadente atmosfera magica e alla tematica della famiglia, trattata in modo delicato ed estremamente dolce. Se dovessi scegliere uno stile di scrittura per un mio libro, questo sarebbe in lizza!
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💛 12. Heartstopper Volume 3 di Alice Oseman
Ed eccoci alla seconda e ultima graphic novel in classifica. Non ho molto da dire, se non che amo i disegni di Alice, che con solo poche linee riesce a rimarcare benissimo ogni emozione provata dai nostri protagonisti. Il suo modo di trattare tante tematiche importanti e delicate che mi stanno molto a cuore è sempre un balsamo per me e la dolcezza disarmante della relazione tra Nick e Charlie è quello di cui questo 2020 aveva bisogno.

💛 11. Middlegame di Seanan McGuire
Un libro che non avevo nemmeno in tbr a dire la verità. Ho accettato una collaborazione con la casa editrice per curiosità e non mi aspettavo che questa lettura mi avrebbe entusiasmata così tanto. Si tratta di un libro indubbiamente particolare e originale ed è una di quelle letture che devi per forza concludere per riuscire a sistemare tutti i pezzi del puzzle. Ci sono viaggi nel tempo, amore fraterno, geni incompresi e sangue. Lo consiglio a patto che non vi snervi il ritmo un pò lento e l’incomprensibilità di molte situazioni. Tenete duro e sarete ricompensati!
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💛 10. La Nona Casa di Leigh Bardugo
Non sono stupita che Leigh Bardugo sia presente ben due volte, perchè amo follemente il suo stile. La Nona Casa è il suo primo approccio al mondo adult e so che questo libro ha diviso i lettori. Io l’ho letto ad inizio anno in inglese e poi mi sono lanciata sull’audiolibro in italiano per essere sicura di non perdermi nemmeno un pezzetto della trama. In entrambi i casi le sue atmosfere oscure e cariche di mistero e i limiti sfumati e imprecisi di ciò che è possibile fare tra le pareti di Yale grazie alla magia e alle Confraternite che la popolano mi hanno completamente affascinata e trasportata nel mondo meraviglioso della dark academia. Inoltre amo follemente la protagonista di questo libro.

💛 9. La Città di Ottone di S. A. Chakraborty
Questo mi interessava già da parecchio e sono stata felice di sapere che sarebbe uscito in italiano, visto il mio continuo timore di non conoscere abbastanza bene l’inglese da raccapezzarmi durante una lettura (timore lecito aggiungerei, visto che sono una capra in inglese in realtà). Provo affetto nei confronti della Città di Ottone perchè è stata la mia prima collaborazione con una casa editrice, ma anche perchè ho amato tutto di questo libro. Il suo stile, le atmosfere arabeggianti ed estremamente vivide, gli intrighi, le creature presentate che prendono ispirazione dalle tradizioni e dalle leggende del deserto, l’importanza che viene attribuita alla religione e alla famiglia e più di tutto i suoi personaggi vividi, imperfetti e ottimamente caratterizzati.
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💛 8. La trilogia di Hunger Games di Suzanne Collins
Ebbene si, dopo anni e anni sono arrivata anche io a questo traguardo! Mi sentivo l’unica a non aver mai letto questa saga e durante la prima quarantena, anche grazie alla ristampa dei tre volumi che mi attirava parecchio, ho deciso di lanciarmi in questa avventura. Avevo paura che non ne sarei rimasta entusiasta, perchè non sono una fan dei distopici e li trovo tutti un pò troppo simili tra loro. Eppure lo stile scorrevole e la trama avvincente ed incalzante mi hanno permesso di godermi la lettura in ogni sua parte e inoltre sono rimasta molto colpita dalla profondità di alcuni passaggi, carichi di tensione e disperazione. Ho pianto tantissimo, il che da all’intera serie molti punti bonus dal mio punto di vista.

💛 7. Gideon la Nona di Tamsyn Muir
Altra uscita che aspettavo con trepidazione quasi quanto aspetto il Natale ogni anno e altro colpo andato a buon fine. Nel 2020 il mio sesto senso ha fatto raramente cilecca e ne sono felice 😎 Ho adorato la struttura di questo libro, le sue stranezze, le sue stragi, i suoi personaggi e lo stile irriverente e a tratti volgare. Sono una di quelle persone che ride per le parolacce, se usate nel modo giusto. Si. Non me ne vergogno. Inoltre la relazione tra Gideon e Harrow è tra le più travagliate e meglio gestite di cui io abbia mai letto e ne sono rimasta veramente entusiasta e travolta. Gideon è la mia crush assoluta, comunque.
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💛 6. Voi Mi Chiede se l’Amavo di Laura Costantini
Non potevo ovviamente non inserire il finale di una delle mie serie con tematiche lgbt+ preferite. Chiusa l’ultima pagina ero in una valle di lacrime, come se avessi perso un caro amico, ma ero anche così contenta e appagata e il mio primo istinto è stato subito quello di ricominciare la serie da capo. E’ stato un lungo percorso, ricco di sofferenza e paure, ma anche di amore e di crescita e io sono così grata che esista questa serie e che io abbia potuto seguirla passo per passo.

💛 5. A Conjuring of Light di Victoria Schwab
Altro finale di saga che mi ha lasciata sconvolta e felice, quello della trilogia di A Darker Shade of Magic. Sono molto affezionata a questa serie, sicuramente non priva di difetti, ma che mi ha completamente conquistata fin dalla prima riga che vede protagonista il mio amato Kell. Lo stile della Schwab è uno dei miei preferiti in assoluto e trovo che questo terzo volume sia perfetto in ogni sua sfumatura, dall’inizio alla fine. Per carità, ho sicuramente sofferto alla fine e sono rimasta un pò scossa per tutto il giorno (lo ricordo davvero molto bene) però non cambierei nemmeno una virgola di questo libro meraviglioso e pieno di magia.

💛 4. La Serie di Green Creek di T. J. Klune
Purtroppo quest’anno ho potuto leggere solo i primi due volumi, Wolfsong e Ravensong, ma i miei livelli di ossessione sono sconfinati nell’indecente completamente all’improvviso. Sono sicuramente libri con dei difetti, le trame non sono particolarmente originali e lo stile basato sul flusso di coscienza non è facile da digerire, ma il mio amore per i personaggi, in particolare quelli di Ravensong, mi ha aiutata a rimanere completamente e totalmente invischiata in questa saga. Tra l’altro, la presenza del found family mi ha convinta ancora di più a venerare l’autore e Green Greek. Inoltre se mi conoscete un pò probabilmente sapete anche del mio profondo interesse verso i lupi e non ho mai trovato dei libri che descrivessero così bene e in modo così dettagliato e pertinente il comportamento di questi animali meravigliosi.
Recensione Wolfsong qui!
Recensione Ravensong qui!

💛 3. The Invisible Life of Addie LaRue di Victoria Schwab
Questo è stato uno di quei libri che mi ha proprio parlato al cuore sotto tantissimi punti di vista. Dallo stile ai personaggi, in particolare quello di Henry, passando poi per ogni più piccolo avvenimento o pensiero dell’autrice infilato dentro la prosa…penso non ci sia stato letteralmente nulla che non mi sia piaciuto di questo libro, l’ho trovato così profondo e nelle mie corde e ancora adesso mi emoziono nel parlarne. Spero di riuscire a rileggerlo presto con calma perchè mi piacerebbe annotarmi molte cose su cui ho riflettuto in tutti questi mesi.
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💛 2. Il Nome del Vento di Patrick Rothfuss
Non so esattamente come descrivere tutte le belle emozioni che ho provato leggendo ogni singola riga di questo libro e poi ora sono tutta emozionata perchè proprio in questo momento ho in lettura il secondo volume e sto rivivendo tutto da capo ed è bellissimo. Amo tanto lo stile di scrittura di Rothfuss, non c’è nulla che cambierei, e mi dispiace che non sia riuscito a gestire al meglio i tempi di questa saga perchè sono convinta che questo sia uno dei motivi che lo spingono a rimandare l’uscita del terzo libro (uno dei tanti, almeno). Sono innamorata della sua prosa e di tante sue scelte, del suo mondo medievale, magico e affascinante. Mi sento super protettiva nei confronti di Kvothe e seguo con curiosità e interesse ogni sua più piccola avventura. Ai miei occhi è praticamente un bambino e un piccolo genietto combina guai e mi capita un sacco di volte di sorridere delle sciocchezze che fa o del suo modo di essere gentile e leale, mentre spesso ho pianto per la sua condizione. Questo è proprio il tipo di libro che vorrei portare con me ovunque, stringerlo mentre dormo, leggerlo sotto la doccia o mentre cammino. Peccato sia un mattone 🤣
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💛 1. Le Cronache della Folgoluce di Brandon Sanderson
Non credo che qualcuno sia davvero stupito di questa scelta visto che nomino questi libri in un articolo si e l’altro pure. Le Cronache della Folgoluce mi hanno tenuto compagnia durante tutto quest’anno difficile, le ho iniziate a febbraio e ho concluso con l’ultima uscita in novembre. Mi hanno dato tantissimo, più di quanto un semplice libro ha mai fatto (tranne rare eccezioni), mi hanno appassionata ad un mondo nuovo come non mi succedeva da tanto, mi hanno permesso di pormi tante domande, di darmi altrettante risposte, di valutare meglio che tipo di lettrice sto diventando e tantissime altre belle cose, anche più personali. I personaggi di questa serie sembrano vivi, mi girano nella testa continuamente e li apprezzo immensamente in ogni loro sfumatura. Leggere questa serie mi ha proprio aiutata a comprendere come la lettura di un libro può arricchirti in meglio e può farti stare bene nella tua pelle. E’ stata una lettura significativa e importante per me e spero di farne tante altre di questo tipo in questo nuovo anno.
Recensione ultimo libro qui!

Con questo concludo la mia lista di libri preferiti del 2020. Ho cercato di inserire il più possibile letture nuove, ma in alcuni casi non sono riuscita a lasciare fuori alcuni seguiti che mi hanno colpita particolarmente. A questo proposto aggiungo quindi come bonus la serie di Whyborne&Griffin che mi accompagna da ormai diversi anni e che continuo ad amare profondamente. Quest’anno ho letto tre libri di questa saga e mi sto avvicinando alla sua conclusione, ma amo ogni volume come se fosse il primo e apprezzo sempre tanto la storia d’amore tra i due protagonisti.
Detto questo vi lascio anche i dieci personaggi che ho scoperto e amato di più quest’anno, in ordine di preferenza:

  • Kaladin – Cronache della Folgoluce
  • Kvothe – Il Nome del Vento
  • Gideon – Gideon la Nona
  • Gordo – Ravensong
  • Mal – Tenebre e Ossa
  • Dara – La Città di Ottone
  • Alex – La Nona Casa
  • Jimmy – I Was Born for This
  • Peeta – Hunger Games
  • Henry – Dio di Illusioni

Il bonus in questo caso va a Locke e Jean de I Bastardi Galantuomini, perchè mi sono affezionata moltissimo a loro!

Ci rivediamo prestissimo con la lista delle mie delusioni librose del 2020. Sarò molto cattiva 😈

Lunga Vita e Prosperità 🖖🏻

Pubblicato in: Collab

La Repubblica dei Ladri | Recensione #ReviewParty ⚔️

Potete acquistare il libro qui!

Titolo: La Repubblica dei Ladri (The Gentleman Bastard Sequence #3)
Autore: Scott Lynch
Genere: Grimdark Fantasy
Target: Adulti
Casa Editrice: Oscar Mondadori (collana Oscar Fantastica)
Traduzione: A. Martini
Data di Pubblicazione: 1 dicembre 2020
Pagine: 732
Prezzo: 18 euro
Trigger Warning: scene grafiche di tortura e violenza, gore, linguaggio volgare, stupro (offscreen)



Trama (presa dal sito Mondadori):
Doveva essere il colpo più clamoroso della loro carriera, invece si è rivelato un… clamoroso fiasco. Così Locke e il suo fedele compagno Jean sono riusciti a malapena a salvare la pelle. Almeno, Jean ci è riuscito: Locke sta morendo, avvelenato in modo lento ma inesorabile da una sostanza che nessun alchimista o dottore può combattere. Ma quando la fine sembra ormai vicina, una donna misteriosa offre a Locke un’opportunità che potrà salvarlo, o ucciderlo. Le elezioni del Konseil sono imminenti, e le diverse fazioni hanno bisogno di una pedina da muovere a loro piacimento. Se Locke acconsente a essere quella pedina, con un incantesimo la donna estrarrà il veleno dal suo corpo, anche se l’operazione sarà talmente dolorosa da fargli desiderare la morte. Locke non ci pensa proprio, ma due elementi lo inducono a cambiare idea. Primo, le suppliche di Jean. Secondo, un nome femminile pronunciato dalla maga: Sabetha, l’amore della sua vita, abile e arguta quanto lui, e ora la sua più grande rivale. Locke si è innamorato di Sabetha al primo sguardo, quando era un giovane orfano e apprendista ladro. Ma dopo un corteggiamento tumultuoso, Sabetha se n’è andata. Ora si ritrovano nuovamente uniti in uno scontro. Di fronte all’unica persona che sia in grado di tenergli testa – nel gioco dell’amore e in quello degli inganni – Locke deve scegliere se combattere Sabetha, o sedurla. Una decisione da cui potrebbero dipendere le vite di entrambi.

⚠️ L’edizione italiana di questo libro mi è stata gentilmente fornita in anteprima dalla casa editrice, che ringrazio, per la mia tappa del Review Party organizzato da Ginevra e Captain Nelyafinwee (potete cliccare sui nomi per essere rimandati ai blog ♡), a cui sono immensamente grata per avermi permesso di partecipare. Pertanto ci tenevo a precisare che qui troverete esclusivamente le mie sincere opinioni e idee e che questo progetto a cui partecipo non ha in alcun modo influenzato quello che ho scritto.

⚠️ Questo articolo è SPOILER FREE!!

Il mio voto: 4 stelle su 5 ⭐⭐⭐⭐

✨ Per sapere cosa ne penso delle controversie su Scott Lynch trovate qui il mio pensiero e la recensione del primo libro. Per quella del secondo invece potete cliccare qui

Incredibilmente sono arrivata anche alla fine di questa avventura nonostante durante le feste io non riesca mai a leggere troppo. In realtà mi trovo leggermente in difficoltà, perchè è la prima volta che faccio recensioni separate di una sola saga e mi sembra di aver già detto tutte le cose principali e le mie idee a proposito di Locke Lamora 🤣
Per fortuna in questo terzo libro si scoprono cose nuove, quindi ho ancora qualcosina da dire.
Prima di tutto, ho notato che i dialoghi pesanti e secondo me superflui che trovavo così tanto fastidiosi nel primo e nel secondo libro, qui siano presenti molto di meno. Non so se è stata solo una mia impressione, ma ho trovato lo stile un pò più scorrevole.
In secondo luogo ho trovato la trama principale un po’ meno interessante, perchè stavo iniziando ad appassionarmi agli intrighi e ai furti assurdi in cui si vanno sempre a cacciare Locke e Jean, mentre in questo caso la storia è tutta incentrata su un tipo diverso di “colpo” che, sebbene abbia comunque una buona dose di imprevisti, mi ha entusiasmata di meno.
A salvare la situazione comunque sono arrivati i flashback dei Bastardi Galantuomini! Mi è piaciuto molto rivedere alcuni personaggi che nel libro precedente mancavano e ho adorato le dinamiche del gruppetto quando era un pò più giovane e inesperto quindi tutte quelle parti mi hanno permesso di rimanere incollata alle pagine e di capire meglio alcune cose della trama stessa.

Per quanto riguarda i personaggi sono ancora una volta, e senza alcun dubbio, la cosa che preferisco di questa serie. Come ho detto, ho apprezzato molto le dinamiche dei giovani ladri, ma continuo comunque ad amare anche il rapporto tra i Locke e Jean più adulti e il loro volersi bene incondizionatamente nonostante il mondo in cui vivano lasci poco spazio ai sentimenti positivi a causa della sua durezza.
In questo terzo libro ci viene anche presentata la fantomatica Sabetha, nominata parecchie volte nel corso della saga. Devo ammettere che non è un tipo di personaggio che mi fa impazzire e non sono riuscita ad apprezzarla molto. Non ho condiviso molte delle sue scelte e questo a volte me l’ha fatta diventare piuttosto indigesta, anche se ci sono stati un paio di passaggi in cui mi sono sentita più comprensiva ma probabilmente si è trattato più che altro di una sorta di solidarietà femminile 🤣
Sono rimasta molto colpita tra l’altro dalle rivelazioni che vengono fatte a proposito del personaggio di Locke Lamora. Fin da subito il lettore viene portato a sospettare che la storia del giovane ladro nasconda numerosi segreti e ovviamente mi ero fatta tante teorie nel corso della lettura, ma non avrei mai pensato a qualcosa del genere e sono piacevolmente stupita da come l’autore sia riuscito a mescolare insieme svariate cose.

Altro elemento che mi è piaciuto ma che pensavo si sarebbe sviluppato in modo differente è quello dei Maghi. Qui sono molto più presenti e ne sono stata felice, ma credevo che si sarebbe vista più magia o che sarebbero state spiegate più cose su di loro, ma non sono rimasta pienamente soddisfatta. Ovviamente so che mancano ancora molti libri alla fine e probabilmente questa tematica diventerà sempre più presente, quindi immagino di dover semplicemente avere un po’ di pazienza in più.
Adoro come Scott Lynch abbia inserito in mezzo a questo libro il teatro, l’ho trovato molto originale e grazie al suo stile sempre dettagliato e immersivo sono riuscita sempre a godermi ogni pagina nonostante mi siano piaciuti di più gli altri libri.

Ammetto di essere entusiasta per questo finale. Non è un super finale con il botto ma è stato introdotto uno degli elementi che, se fatto bene, è decisamente tra i miei preferiti nel panorama fantasy: la profezia. Non mi aspettavo che questa serie potesse avere una profezia al suo interno e mi sono gasata parecchio, anche perchè la predizione in questione è misteriosa al punto giusto. Prevedo molte nuove avventure per Jean e Locke. Ne hanno passate tante, ma secondo me siamo solo all’inizio. Aspetto con trepidazione il quarto libro, che per fortuna è in uscita per il 2021, e spero con tutto il cuore che Scott Lynch non ci faccia aspettare troppo per gli altri tre libri.
E’ stato davvero entusiasmante leggere questa saga e come ho spesso ripetuto mi sono molto affezionata ai suoi personaggi, quindi mi mancheranno molto. Soprattutto Jean, che secondo me sarebbe l’abbracciatore migliore del mondo. Voglio un abbraccio da lui 😭🖤

🌻 Ringrazio di tutto cuore LaPetitePritt per i banner che ci hanno accompagnato per tutto l’evento dedicato alla saga, sono meravigliosi!
🌻 Vi invito a dare un’occhiata anche alle altre recensioni delle mie fedeli compagne di avventura, trovate i loro nomi nel banner in alto oppure potete cliccare qui per essere rimandati ai rispettivi blog: Captain Nelyafinwee, Luisreadingbooks e Ginevra
.

Lunga vita e prosperità 🖖🏻

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I Pirati dell’Oceano Rosso | Recensione #ReviewParty 🏴‍☠️

Potete acquistare il libro qui!

Titolo: I Pirati dell’Oceano Rosso (The Gentleman Bastard Sequence #2)
Autore: Scott Lynch
Genere: Grimdark Fantasy
Target: Adulti
Casa Editrice: Oscar Mondadori (collana Oscar Fantastica)
Traduzione: A. Martini
Data di Pubblicazione: 1 dicembre 2020
Pagine: 720
Prezzo: 18 euro
Trigger Warning: scene grafiche di tortura, gore, lutto, linguaggio volgare, morte



Trama (presa dal sito Mondadori):
Dopo un violento combattimento con la malavita che li ha quasi uccisi, Locke e il suo fedele compare Jean fuggono dalla città in cui sono nati e approdano agli esotici lidi di Tal Verrar per curarsi le ferite. Ma neppure all’estremità occidentale del mondo civilizzato possono riposare, e presto tornano a dedicarsi a ciò che sanno fare meglio: rubare ai ricchi e intascare il ricavato. Questa volta il loro obiettivo è oltremodo ambizioso: la torre di Peccapicco, la casa da gioco più esclusiva e più sorvegliata che ci sia. I suoi nove piani attirano una clientela facoltosa, e per giungere fino alla cima servono buon credito, comportamenti bizzarri… e un gioco semplicemente impeccabile. Perché c’è una sola regola importante che Requin, lo spietato padrone di Peccapicco, fa rispettare rigorosamente: chi bara avrà la morte. Per nulla intimoriti, Locke e Jean hanno elaborato una strategia che comprende bugie, trucchi e inganni per tutti e nove i piani… su su fino al favoloso caveau di Requin. Sotto mentite spoglie, compiono la loro meticolosa ascesa verso un obiettivo ormai vicinissimo… Ma qualcuno a Tal Verrar ha scoperto il loro segreto. Qualcuno giunto dal passato, che ha tutte le intenzioni di far pagare ai due sfacciati malviventi i crimini commessi. Ora avranno veramente bisogno di ogni grammo di astuzia per salvare le loro anime prezzolate. E potrebbe non bastare…

⚠️ L’edizione italiana di questo libro mi è stata gentilmente fornita in anteprima dalla casa editrice, che ringrazio, per la mia tappa del Review Party organizzato da Ginevra e Captain Nelyafinwee (potete cliccare sui nomi per essere rimandati ai blog ♡), a cui sono immensamente grata per avermi permesso di partecipare. Pertanto ci tenevo a precisare che qui troverete esclusivamente le mie sincere opinioni e idee e che questo progetto a cui partecipo non ha in alcun modo influenzato quello che ho scritto.

⚠️ Questo articolo è SPOILER FREE!!

Il mio voto: 4.5 stelle su 5 ⭐⭐⭐⭐

Nonostante io non sia riuscita a dare un voto pieno nemmeno sta volta, mi sto davvero affezionando a questa serie. Capisco perchè piaccia tanto e sono contenta di aver avuto l’opportunità di leggere tutti i libri usciti finora, seppur in così breve tempo. Andrà a finire che dopo questo mese immersa nella storia dei Bastardi Galantuomini avrò una crisi d’astinenza? Forse.
Più che altro, mi sono ritrovata a voler davvero bene a Locke e Jean e ammetto che all’inizio del primo libro non lo pensavo possibile.
Come vi avevo già accennato nella recensione precedente (che potete trovare qui), il mio problema principale e probabilmente di natura personale sta tutto nella scrittura di Scott Lynch. Mi piacciono ancora i piani elaborati del nostro protagonista e adoro seguire tutte le sue avventure, inoltre non penso che lo stile sia particolarmente pesante, ma purtroppo lo trovo abbastanza prolisso in alcuni punti specifici. I dialoghi, per esempio. Ci sono alcune conversazioni, non tutte intendiamoci, che si protraggono all’infinito, a volte per capitoli interi e che mi impedivano di rimanere concentrata su cosa si stava dicendo. E’ una cosa che mi da un po’ fastidio a dire la verità, perchè per me è una vera e propria battuta di arresto durante la lettura, quindi anche se il libro mi è piaciuto mi sono ritrovata ad alzare gli occhi al cielo più volte.
Per il resto però non ho altre cose negative di cui parlare nello specifico, anche se per gusto personale ho apprezzato di più gli avvenimenti del primo volume e ho trovato l’ambientazione più suggestiva e nelle mie corde.
In questo secondo libro però ci sono i pirati e insomma chi non ama i pirati?🤣
Tra l’altro non so se Scott Lynch ha utilizzato delle fonti vere e proprie trovate facendo ricerca, ma in caso contrario tanto di cappello perchè alcuni elementi mi hanno davvero entusiasmata sia per quanto riguarda tutto ciò che riguarda la ciurma e il modo in cui è possibile iniziare a farne parte, sia le superstizioni che vengono riportate (Io sapevo che portare una donna a bordo fosse di malaugurio ma qui è l’esatto opposto, per farvi capire. E poi la presenza di gattini mi ha confusa ma anche molto intenerita). L’autore è sempre molto bravo a dare dettagli e particolari degli ambienti e delle usanze in cui Locke e Jean si trovano a muoversi quindi il quadro d’insieme risulta sempre molto chiaro e godibile, oltre che affascinante.
Inoltre mi attrae molto anche la parte riguardante l’alchimia che sembrerebbe essere piuttosto presente in questa serie.

Penso che un super salto di qualità, che non mi aspettavo ad essere sincera, sia stato fatto con i due protagonisti e sopratutto con il loro rapporto, ed è il motivo per cui inizialmente volevo dare 4 stelle ma alla fine mi sono convinta ad alzare di mezzo punticino.
Quando ho iniziato questa saga mi aspettavo ben altro da questi personaggi e non avevo preso in considerazione il fatto che sarebbero stati così umani e legati tra loro. Presi singolarmente abbiamo la possibilità di conoscere molto meglio sia Locke che Jean e di attribuire loro molte più sfaccettature, mentre il loro rapporto è estremamente sincero, veritiero ed affettuoso. Tante volte mi ha stretto il cuore il modo in cui entrambi si considerino una piccola famiglia e come sono leali tra loro. Penso che rientreranno ufficialmente tra le mie brotp (anche se nessuno ha mai escluso che in realtà siano più che amici, nemmeno l’autore stesso, quindi chissà hihihi 🤭) e mi sono davvero affezionata tantissimo a loro e alle loro avventure.
Vi posso assicurare che in questo seguito gliene capiteranno di tutti i colori e, sebbene si stia parlando di un grimdark con effettivamente scene piuttosto disturbanti, molte volte mi sono ritrovata a ridere per la comicità di alcune situazioni (il modo di imprecare di Locke è talmente colorito che piangevo dal ridere ogni volta e mi sono messa a sottolineare tutti i suoi pluridannazione! e stracazzo!). Spesso mi sembrava di stare guardando una puntata del cartone di Lupin 🤣 Ovviamente però non mancano scene serie o avvincenti o addirittura strappalacrime (ho singhiozzato in un paio di punti, lo ammetto) e penso che un buon libro dovrebbe avere un pò di tutto ciò per considerarsi tale. Mi piace anche il fatto che, nonostante quel piccolo difetto a proposito di determinate conversazioni, il ritmo sia sempre molto incalzante e quindi risulti difficile mettere giù il libro, dato che la situazione per i due protagonisti viene ribaltata continuamente e senza che il lettore se lo aspetti.
Anche i nuovi personaggi che appaiono mi sono piaciuti moltissimo, in particolare il Capitano Drakasha 🖤

Per quanto riguarda il finale, questa volta lascia proprio con il fiato sospeso. Adoro il fatto che questa serie sia composta da una trama principale ma che ogni libro riguardi una sola avventura per volta, è uno schema che con me funziona molto e che spero verrà mantenuto anche nei libri precedenti.
In questo caso la vicenda si è chiusa anche se non nel migliore dei modi, e i nostri protagonisti sembrano volersi riposare un attimo per riprendere le forze da tutte le batoste che gli sono state inflitte, ma c’è un grosso quesito sulla loro testa (su quella di Locke, più che altro) che mi mette un pò di ansietta. Per fortuna ho tra le mani il terzo libro e oggi o domani probabilmente lo inizierò. Sento che finito quello Locke e Jean mi mancheranno da morire quindi mi godrò queste ultime settimane in loro compagnia prima di una lunga attesa. Spero che la casa editrice traduca presto anche il quarto libro, che dovrebbe uscire in lingua originale l’anno prossimo!


🌻 Ringrazio di tutto cuore LaPetitePritt per i banner che ci accompagneranno per tutto l’evento dedicato alla saga, sono meravigliosi!
🌻 Vi invito a dare un’occhiata anche alle altre recensioni delle mie fedeli compagne di avventura, trovate i loro nomi nel banner in alto oppure potete cliccare qui per essere rimandati ai rispettivi blog: Captain Nelyafinwee, Luisreadingbooks e Ginevra
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Noi ci rivediamo tra una decina di giorni con la recensione del terzo volume, La Repubblica dei Ladri! 😉

Lunga vita e prosperità 🖖🏻